
Tra le grandi aziende alle prese con lo smart-working spicca anche Nestlè che ha il suo quartier generale a Milanofiori e 1.300 collaboratori che lavorano a distanza. A raccontarci come la macchina interna ha impostato lo smart-working è Giacomo Piantoni, direttore risorse umane del Gruppo Nestlé in Italia.
Quanti sono i lavoratori in smart working?
"Tutti i nostri collaboratori che svolgono lavori di ufficio nelle varie sedi italiane possono avvalersi senza alcun vincolo dello smart working. Altrettanto liberamente possono scegliere di recarsi in ufficio, prenotando la loro presenza attraverso una APP sviluppata per gli uffici di Nestlé al fine di garantire il rispetto dei limiti di capienza e di distanziamento. Nestlé da anni è orgogliosamente “pioniera del lavoro agile”, promuovendo un’organizzazione del lavoro che si basa sugli obiettivi e non è legata alla mera presenza in ufficio. Il lockdown ci ha convinto ancora di più a perseguire un modello di lavoro agile. Al momento, la quasi totalità dei nostri collaboratori della sede di Assago, che conta circa 1.300 persone, sta lavorando in smart working".
Ci sono nuove figure aziendali nate con l’emergenza Covid?
"Fin dalla prima ondata abbiamo costituito un comitato Covid, composto dai referenti di tutte le funzioni aziendali, con il compito di attivare tutte le misure necessarie grazie a un costante contatto fra i suoi componenti. Questa modalità di gestione attivata in Italia è diventata un modello di riferimento per gli altri mercati esteri in cui è presente il gruppo".
Quali azioni avete concretamente messo in campo?
"Abbiamo attivato, attraverso i diversi canali disponibili, una comunicazione diretta con le nostre persone per informarle costantemente sui nuovi sviluppi e sulle decisioni dell’azienda. Questa trasparenza è stata molto apprezzata, come rivela un’indagine interna. In questi mesi poi Nestlé si è impegnata a offrire a tutti i suoi 4.300 dipendenti in Italia servizi e iniziative mirate ad affrontare questa difficile situazione".
Che ripercussione ha avuto lo smart working sui costi aziendali?
"L’obiettivo che ci ha spinto nel 2013 a introdurre lo smart working è quello fornire alle nostre persone un supporto ulteriore per il proprio equilibrio tra vita privata e lavoro, garantendo loro la possibilità di lavorare al meglio e facendo leva su un rapporto di fiducia con il line manager. Anno dopo anno il numero di persone che ne ha usufruito è cresciuto notevolmente, permettendoci grande flessibilità durante l’emergenza, senza riscontrare ripercussioni a livello di costi che, in alcuni casi, visto il modello già implementato, sono diminuiti".
Mas.Sag.