
Un agguato in piena regola. Hanno atteso per ore il loro bersaglio. Poi gli hanno tagliato la strada con un suv nero, lo hanno tirato giù dalla macchina con la forza e per venti interminabili secondi lo hanno colpito alla testa e alle braccia con una mazza da baseball. A poco più di quattro mesi dal violentissimo raid, andato in scena la sera del 2 maggio nel cantiere dell’Alta velocità di Montebello Vicentino, i carabinieri del Nucleo investigativo di Vicenza hanno arrestato i tre presunti responsabili della brutale aggressione al direttore tecnico della ditta Salcef spa di Roma, che ha riportato gravi traumi e probabilmente danni permanenti a una mano. Catturati, con l’ausilio dei colleghi meneghini, un quarantacinquenne milanese, un quarantaseienne di Brughiero e un cinquantaduenne di Carugate; sono tutti pluripregiudicati per reati contro il patrimonio e contro la persona.
Le indagini sono partite dall’auto utilizzata dal commando per arrivare nella frazione Fracanzana e per rientrare in Lombardia; decisivo anche l’aiuto degli specialisti del Ris di Parma. Al momento, non è ancora chiaro il movente del blitz a mano armata, anche se si può escludere la matrice anarco-insurrezionalista che da anni si oppone alla Tav; così come i tre non dovrebbero essere legati ad ambienti della criminalità organizzata. Su un aspetto paiono esserci pochi dubbi: il dirigente del gruppo industriale specializzato in infrastrutture ferroviarie è finito nel mirino per motivi legati al suo lavoro e non per ragioni personali.Nicola Palma
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro