Lavoratori, studenti e disoccupati uniti: “Vita impossibile, serve una svolta”

Diritti, occupazione, sanità: da Milano al Varesotto, da Bergamo a Sondrio le difficoltà di giovani e pensionati .

Lavoratori, studenti e disoccupati uniti: "Vita impossibile, serve una svolta"

Lavoratori, studenti e disoccupati uniti: "Vita impossibile, serve una svolta"

È la prova di forza di Gloria, Cosimo, Farida, Jaouad. Lavoratori, pensionati, studenti che ieri si sono svegliati all’alba e, dalla Lombardia, hanno raggiunto Roma per la manifestazione nazionale della Cgil.

Gloria, milanese di 56 anni, è disoccupata da giugno, da quando il titolare della ditta che commercia capi d’abbigliamento dei più noti marchi l’ha convocata in ufficio: "Sei una persona fantastica - ha detto - ma non hai superato il periodo di prova". Storie che si incrociano sui treni speciali partiti dalla stazione Centrale di Milano e diretti verso la capitale, nella giornata di mobilitazione che ha visto il sindacato sfilare con un centinaio di associazioni e movimenti sotto lo slogan: “La via maestra, insieme per la Costituzione”.

Sono oltre 7.000, secondo i dati della Cgil, le persone dalla Lombardia, con i Frecciarossa da Milano o con i pullman partiti alle 5 dai capoluoghi di provincia. In corteo precari e studenti dell’Udu, pensionati dello Spi e metalmeccanici Fiom, insegnanti, dipendenti pubblici, lavoratori della sanità, del commercio o dell’edilizia.

Una delle delegazioni più numerose è quella dei dipendenti del Comune di Milano, con la Fp Cgil. Sono arrivati a Roma in 70. Striscioni, bandiere e t-shirt rosse del sindacato. Partono cori, tutti cantano “Bella ciao”. Con loro i sindacalisti delle categorie, il segretario generale lombardo Alessandro Pagano e quello milanese Luca Stanzione, che chiedono al Governo di “cambiare la rotta” sul fronte dei diritti, del lavoro e della sanità pubblica.

"Ho tre nipoti e ho deciso di manifestare anche per il loro futuro, non si può più stare seduti", spiega Cosimo Lonoce, 65 anni, in pensione dopo trent’anni di lavoro in un’azienda tessile di Legnano del gruppo Cantoni, ormai chiusa. Modou Ndiaye, 53 anni, è arrivato in Italia dal Senegal negli anni ‘90. Da allora, racconta, "ho sempre lavorato con contratti a termine o in somministrazione". E non è ancora riuscito a ottenere il ricongiungimento per portare in Italia la moglie e i figli.

Jaouad Belabdia, 27enne originario del Marocco, ora in distacco sindacale per la Fillea-Cgil, lavora per un’azienda di Villa Cortese che fabbrica tacchi per scarpe delle griffe dell’alta moda. "Chiediamo salari migliori - spiega - diritti e tutele di fronte a un costo della vita ormai insostenibile".

Sul treno anche i metalmeccanici della Whirlpool, dal Varesotto, dei colossi industriali di Brescia e Bergamo. Si incrociano vertenze, crisi, rivendicazioni. Luciano Frontera, dipendente Whirlpool di 50 anni, esprime tutta la "preoccupazione" sul futuro della grande industria lombarda.

Farida Elashwal, studentessa della Statale di Milano, sta lottando contro il caro affitti. "Mi hanno chiesto mille euro al mese per una casa che non aveva neanche un letto decente o la lavatrice - racconta - scendiamo in piazza perché è il momento di far sentire la nostra voce".izioni di lavoro inaccettabili”. Andrea Gianni