L’auto dei record del Politecnico: sfreccia da sola a 309 chilometri orari

L’impresa sulla pista di atterraggio della Nasa. A poche ore dal lancio di Astro Samantha e nel nome di Minerva

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di Simona Ballatore

L’auto a guida autonoma più veloce di sempre è del Politecnico di Milano, che conquista il record del mondo sulla pista di atterraggio della Nasa, a Cape Canaveral. Artefice dell’impresa è il “PoliMOVE“ che ha fatto sfrecciare la sua creatura a 309,3 chilometri orari sotto una “congiunzione astrale“ unica per l’Italia. Perché il primato è stato raggiunto poche ore dopo il decollo di Samantha Cristoforetti. E sempre nel nome di Minerva.

"Abbiamo tentato il record del mondo a valle di una vittoria che avevamo ottenuto il 7 gennaio di quest’anno a Las Vegas, all’interno della più importante competizione dedicata alle auto autonome ad alta velocità, che competono testa a testa, la Indy Autonomous Challenge. Una vittoria storica", ricorda il professore Sergio Savaresi, alla guida del team che prima ha battuto i tedeschi di Monaco, raggiungendo il record di velocità in pista (278,4 chilometri orari) e poi ha avuto la possibilità di stabilire il record del mondo di velocità su rettilineo. Era detenuto da Roborace, che tre anni fa aveva strappato i 282,4 chilometri orari. Superati abbondantemente dai milanesi in una location spaziale (avevano già ottenuto il record il 26 aprile, ma hanno deciso di alzare ancora di più l’asticella). "Alla Nasa tengono molto al valore tecnologico dei progetti – continua Savaresi, che si occupa da 20 anni di controlli automatici in veicoli terrestri di ogni tipo, dalle biciclette elettriche alle automobili, fino ai trattori – e quindi ci hanno permesso di utilizzare la pista di atterraggio costruita per lo Space Shuttle. Cinque chilometri di pista d’atterraggio, la più lunga al mondo. Ci serviva e non potevamo chiedere di meglio".

Un’emozione unica. Che, destino vuole, si è incrociata con l’impresa di Astro Samantha. "Proprio quella mattina era in programma il lancio della sua capsula – racconta il professore del Politecnico – così io e tutto il team ci siamo svegliati alle 3.30 per arrivare puntuali alla 3.52 sulla spiaggia di Cape Canaveral. C’erano fiumi di gente ad assistere allo spettacolare lancio. E c’è un’altra coincidenza che ci ha incoraggiato: la sua missione si chiama Minerva, proprio come la nostra macchina". Che oltre ad avere raggiunto l’obiettivo, segna un altro passo in avanti nell’evoluzione della tecnologia delle auto autonome chiamate a rivoluzionare la mobilità dei prossimi vent’anni. "Non è semplicemente un vezzo – sottolinea Sergio Savaresi – va nella direzione di affinare sempre più la tecnologia dei veicoli autonomi". La delegazione del Politecnico che ha accompagnato al box la macchina con bandiera italiana era composta da cinque dei 15 ricercatori che lavorano al progetto. Minerva, con il suo pilota a intelligenza artificiale, è arrivata in fondo alla pista senza perdere il controllo, si è girata e ha percorso il rettilineo al contrario. Perché per stabile il record deve viaggiare in entrambi i sensi, pure controvento. "Abbiamo testato una cosa che normalmente non si esplora a quelle velocità – rimarca il docente –. Ad ogni secondo si percorrono 100 metri e bisogna essere estremamente precisi, prevedendo dove la macchina sta andando".

Si continua a viaggiare in questa direzione in attesa che la guida autonoma entri nella quotidianità. "Adesso siamo al livello due di autonomia, il tre ci permetterà in alcune condizioni di ’disingaggiarci’ dalla guida e si procederà fino al livello cinque, ovvero alla piena autonomia della macchina, senza pedale né volante. Ma non avverrà prima di 1015 anni. Sarà una vera rivoluzione, non solo nei comportamenti. Si passerà a una sorta di ’robot taxi’, una mobilità molto meno impattante per l’ambiente: circoleranno meno auto, saranno più sicure ed ecologiche". Anche questa piccola grande impresa va verso quella direzione. Come la prossima, ad Atlanta, dove la squadra di ingegneri e ricercatori del PoliMove rimetteranno in moto Minerva in un circuito automobilistico ovale.

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