L’allarme è doppio: mancano operai nel settore edile (almeno 5 mila gli addetti necessari per far accelerare i cantieri a Milano) e le pratiche edilizie gestite dal Comune sono in ritardo. Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance, l’associazione delle imprese edili di Milano, Lodi, Monza e Brianza, parla dei due temi durante l’assemblea dell’Ance che si è svolta ieri mattina al Teatro Lirico. Davanti a lei, in momenti, diversi, ci sono il ministro dell’Infrastrutture Matteo Salvini e il sindaco Giuseppe Sala, il presidente di Assolombarda Alessandro Spada e il presidente della commissione Finanze della Camera Marco Osnato. Dialoghi a tutto campo.
De Albertis, in primis, sottolinea che l’edilizia "ha una grave carenza di manodopera. Tra il 2008 e il 2018 sono usciti dal settore circa 600 mila addetti a livello nazionale. Ma oggi abbiamo un’esigenza maggiore di lavoro rispetto al 2008 e abbiamo difficoltà a recuperare questo personale. Stiamo facendo tanto con le scuole professionali e per formare gli immigrati nei loro Paesi d’origine. C’è una mancanza di attrattività del nostro settore, i giovani devono ritornare a lavorare nell’edilizia che ha la copertura del welfare e corrispettivi economici adeguati".
L’altro tema riguarda le pratiche edilizie che si accumulano negli uffici comunali e le risposte che arrivano in ritardo agli imprenditori. De Albertis premette che "per noi il tempo è denaro" e poi anticipa un progetto a cui Assimpredil Ance sta lavorando: "Stiamo costruendo un progetto, insieme alla Camera di Commercio, per supportare il Comune nell’avere più personale per sbrigare queste pratiche. Daremo risorse all’amministrazione municipale affinché possa assumere più personale per riuscire a velocizzare le pratiche. Per noi ogni giorno di ritardo è denaro speso. Stiamo parlando di un progetto da circa 600 mila euro l’anno di cui la metà messa da un gruppo di associazioni di categoria della città e l’altra parte coperta da Camera di Commercio e Comune. Il tutto per assumere una ventina di persone. Stiamo studiando ancora le modalità dal punto di vista legislativo, dovrebbero essere dipendenti della Camera di Commercio che svolgono azioni di supporto al Comune". Su questo tema, Sala ammette che "sulle pratiche edilizie siamo in difficoltà. Bisogna aggiungere un po’ di persone, ma trovare anche formule di collaborazione. L’assessore Giancarlo Tancredi ha questa missione nel nuovo Piano di governo del territorio. Ad esempio, con più autocertificazioni e con altri soggetti istituzionali (notai, avvocati) che possano aiutarci a liberarci un po’ di lavoro".
Il sindaco, in ogni caso, difende il Modello Milano, a partire dai numeri che confermano la crescita della città: "Più 40% delle procedure edili rispetto a tre anni fa, 4% di tasso di disoccupazione, record nel settore del turismo. Però bisogna fare di più e meglio, c’è ingiustizia sociale. È giusta la ricerca di un modello diverso, ma Milano non riesce mai a fermarsi, va comunque in qualche direzione. Come va corretto il Modello Milano? C’è il tema della casa. Ormai nessun Paese al mondo lascia la libertà di fare gli affitti brevi. Nella nostra città sono 23 mila su 100 mila case in affitto. A New York, invece, si può affittare solo la casa in cui si abita. A Parigi puoi affittare una casa con un affitto breve solo se ne affitti un’altra con un canone lungo".