L’arte necessaria della narrazione nella cura

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Micaela

Castiglioni*

La pandemia da Covid-19, come bene sappiamo, ha scoperchiato i punti critici e le lacune del sistema sanitario del nostro Paese. Secondo un andamento piramidale le strutture sanitarie hanno rivelato le loro vulnerabilità, i professionisti della cura li abbiamo visti nella loro quotidiana faticosità, i pazienti e i loro famigliari, più che mai, hanno vissuto un forte disagio.

Già prima dell’inizio della pandemia stavamo lavorando a un’idea: un master in Medical Humanities e Narrazione in Medicina. Dalla collaborazione di tre dipartimenti - Scienze umane per la Formazione “R. Massa”, Medicina-Chirurgia e Psicologia - dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca ha preso avvio la prima edizione, che inizierà il 26 maggio per concludersi tra un anno. Come spesso avviene, un evento drammatico collettivo ci ha confermato che la scelta fatta e la direzione intrapresa erano coerenti e propizie. Se non ora quando? Ci siamo chiesti. E mettendoci ulteriormente nei panni di chi cura ci siamo detti: “Perché iscriversi a questo Master?”. Perché la parola del medico è già farmaco, il tono della sua voce può rassicurare, o al contrario, intimorire il paziente o i suoi famigliari. Chi cura può dimenticarsi di "quella volta che" è stato curato come paziente e rimuovere che nell’esperienza di malattia e di cura ci sono in gioco – come ci ricorda Rita Charon – la vita, la morte, la paura, la speranza… per cui il sapere e lo sguardo del medico è tecnico, ma è anche arte, e necessita – non ci sembri strano - di una formazione che sviluppi competenze, sguardi e linguaggi narrativi, artistici e simbolici. Proposta didattica che è al centro del master perché potenzia nel curante uno sguardo decentrato, più capace di empatia nei confronti del paziente, e nel professionista l’attitudine a prendersi cura di sé, inevitabile quando ci si prende cura degli altri.

*Docente di Educazione

degli adulti

e degli anziani

Dipartimento

di Scienze Umane

per la Formazione “R. Massa”

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