
Il padre di Lapo Bressan accarezza la targa con il nome del figlio
Milano – Sognava di diventare uno chef, il piccolo Lapo Bressan. Ma era felice anche di immergersi nella “sua“ musica. Stava imparando a suonare il flauto traverso e già incantava chi lo ascoltava. Un pubblico di amici e persone care che oggi non dimenticano i sogni e le melodie rimasti sospesi da quando Lapo non c’è più. Dallo scorso 3 novembre, a causa di un tumore cerebrale che ha spezzato la sua vita a 12 anni.
Ma per i suoi compagni, i professori della seconda F e di tutto l’lstituto comprensivo Emilio Morosini e Beatrice di Savoia, in zona XXII Marzo, lui non se n’è mai andato. Anzi resterà per sempre: l’Auditorium, da ieri porta il suo nome. La targa alla scuola secondaria di primo grado Carmelita Manara di via Bezzecca è stata svelata alle 18. Il ragazzino aveva scelto l’indirizzo musicale e, tra gli strumenti, il flauto traverso. Così in suo onore c’è stato anche un piccolo concerto.
“Per noi è una presenza viva – dice il dirigente scolastico Ugo Martelli –. A Lapo, che ha frequentato fin dalla primaria il nostro istituto, dedichiamo il luogo più importante per la creatività dei ragazzi. Il luogo in cui i loro progetti prendono vita”. Per lui, anche le parole della poesia di Guido Catalano, “L’astronauta“: “La mia astronave vola di nuovo, penso che potrei rimanere ma non lo faccio, salpo e non so verso dove e non capisco il perché”. Un perché che nessuno capisce. Commossi il padre e la madre di Lapo, Marco Bressan e Chiara Nocentini, ai quali è stato consegnato un diario con i pensieri dei compagni. “Ringrazio tutti, di cuore – dice il padre –. Questa è la nostra scuola, che io stesso frequentavo e che hanno frequentato anche i fratelli di Lapo”.
La sorella che oggi ha 21 anni e i fratelli di 19 e 18. E c’è anche altro. “I compagni del “sestetto di flauto“, premiati a Como la settimana scorsa a un concorso, hanno suonato come se lui fosse con loro. Lapo è il sesto”, aggiunge Roberto Radini, coordinatore di classe, insegnante di matematica e fisica. Era conosciuto soprattutto come “piccolo chef“ e le sue idee, apprezzate anche da chef stellati, stanno diventando un libro.
Cento ricette che aiuteranno a sostenere cento giornate di assistenza pediatrica per altri bambini grazie all’associazione Vidas, che è stata a fianco di Lapo fino alla fine. Ora è in corso la raccolta fondi e ciascun donatore avrà una copia del libro. In meno di due mesi sono stati raccolti 13.840 euro (insieme.vidas.it/fundraisers/lapo-piccolo-chef). Il padre Marco sta preparando anche una speciale impresa in bicicletta fissata per il 10 luglio: 430 chilometri da Milano al Bosco di San Vivaldo, vicino Castel Fiorentino, dove si trovano le ceneri di Lapo. “Ogni cento chilometri mi fermerò e farò una donazione di 100 euro per Vidas. È il mio modo di abbracciare le altre famiglie che stanno soffrendo, per dire loro che non sono sole. In nome di mio figlio”.