Salvò una famiglia di ucraini. Il sindaco a Mattarella: "Cittadinanza al senegalese eroe"

Il primo cittadino di Vimodrone scrive al presidente della repubblica per perorare la causa di Lamine. A maggio salvò dal rogo una famiglia ucraina

Lamine Gayè, 25 anni, stringe la mano al sindaco Dario Veneroni

Lamine Gayè, 25 anni, stringe la mano al sindaco Dario Veneroni

Vimodrone (Milano) - «Subito la cittadinanza per meriti speciali a Lamine Gaye", il sindaco scrive al presidente Sergio Mattarella per perorare la causa del giovane senegalese, ex minore non accompagnato ospite della comunità Kayros di don Claudio Burgio, che a maggio salvò una famiglia ucraina dalle fiamme in un appartamento in via San Remigio. "Un atto eroico", per Dario Veneroni quello del ragazzo "con una storia personale che colpisce profondamente", e che "merita il massimo riconoscimento".

Impossibile dimenticare i fatti di quel giorno. Il giovane addetto alla sicurezza, 25 anni, sta andando al lavoro insieme a un amico, quando vede quattro persone, due donne anziane, un uomo, un ragazzo e il loro cagnolino chiedere aiuto dal balcone di un appartamento in fiamme in pieno centro. Il ragazzo non si perde d’animo, anzi sfodera una padronanza della situazione che lascia impressionata la folla che assiste, terrorizzata e ammirata, alle operazioni. Rintraccia una scala e cala uno alla volta i Kovalchyk, bestiola compresa. Li mette al sicuro e corre via in stazione, a prendere il metrò, per non fare tardi in ufficio. "Era mio dovere intervenire – spiegò stupito a chi lo cercava per complimentarsi – credo che chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso".

La vicenda ha portato a galla il passato del giovane, arrivato in Italia a 14 anni su un gommone. "La vita di Lamine è piena di sofferenza, sacrificio, travaglio e disperazione – dice il sindaco – ma tutte le difficoltà non hanno privato un uomo così giovane del senso civico, di valori autentici e genuini come il coraggio, la generosità, l’altruismo. Credo sia un esempio per tutti, coetanei e adulti, stranieri e italiani". "La sua – ancora Veneroni – è una storia di umanità straordinaria, esattamente come vuole la legge per la cittadinanza. Ecco perché ho scelto di rivolgermi al Presidente".

Dentro il caso Gaye "c’è anche un altro pezzo importante di Vimodrone, la comunità di don Claudio, che da anni, in città, svolge un lavoro enorme a fianco degli adolescenti in difficoltà: una grande testimonianza di quanto sia importate affiancare i giovani nella crescita che non è sempre lineare, ma dalla quale per fortuna si può sempre trarre il meglio. Di Lamine non si può che essere soddisfatti e orgogliosi".

 

 

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