Una Santa Alleanza tra mafia, camorra e 'ndrangheta. Un patto criminale con base al Nord per creare una sorta di repubblica indipendente dalle case madri al Sud: "Abbiamo costruito un impero". In poche parole: il Sistema mafioso lombardo.
È la ricostruzione che emerge da un'inchiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Milano e dei carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova, che sono partiti dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia legati alla locale di Legnano-Lonate Pozzolo e hanno sviluppato un'indagine che è arrivata a coinvolgere più di 150 persone.
Stando alle tesi dell'accusa, diverse famiglie criminali, appartenenti a mafia, camorra e 'ndrangheta, avrebbero stretto accordi tra le provincie di Milano e Varese per "non farsi la guerra" e approfittare del potere e del livello di intimidazione generati dalla loro collaborazione sul territorio per farsi intestare attività commerciali dietro minacce e intimidazioni, smerciare stupefacenti, lucrare su Ecobonus ed emergenza Covid, accumulare finti crediti d'imposta e produrre false fatture per riciclare il denaro sporco.
Il blitz
All'alba è scattato un blitz con 600 carabinieri impegnati in tutta Italia per arrestare 11 persone, in esecuzione dell'ordinanza emessa dal gip Tommaso Perna, e notificare l'avviso di chiusura indagini ad altre 144 (per le quali la misura cautelare non è stata accolta dal giudice). Inoltre i militari, coordinati dall'aggiunto della Dda Alessandra Dolci e guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, stanno eseguendo sequestri per un ammontare complessivo di circa 225 milioni di euro.
Le dinamiche
L'inchiesta dei carabinieri ha fotografato in primo luogo il tentativo di ricostituire la locale di 'ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo, decapitata da arresti e condanne legati all'operazione Krimisa sui parcheggi attorno a Malpensa. Da lì i militari hanno pian piano ricostruito la presunta rete traversale. Per quanto riguarda la mafia, gli investigatori si sono concentrati sulla famiglia palermitana dei Fidanzati e su esponenti dei clan trapanesi di Castelvetrano direttamente collegati al boss dei boss Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio 2023 a Palermo dopo quasi trent'anni di latitanza e deceduto il 25 settembre. Sul fronte 'ndrangheta, i carabinieri hanno evidenziato la presenza nel presunto "Sistema" di membri della cosca Iamonte e dei Romeo di San Luca, mentre la camorra aveva come rappresentanti esponenti di spicco del clan Senese.
Le intercettazioni
Dal 2020 in avanti, i militari hanno documentato diversi summit tra emissari di varie cosche, avvenuti tra Dairago, Abbiategrasso e Busto Garolfo. In un'intercettazione agli atti, uno degli Iamonte dice: "Poi che siamo ad attaccarci i calabresi o i napoletani o i siciliani: i carcerati vanno mantenuti prima di ogni altra cosa a questo mondo". In uno degli incontri, avvenuto nel marzo 2021, le cimici della Dda hanno catturato altre frasi che paiono emblematiche del patto stretto tra organizzazioni criminali: "Asse non asse... costruiremo tutto... sempre dove con i proventi di Milano, Milano... con i proventi di Roma, Roma... con i proventi di Calabria, Calabria... con i proventi di Sicilia, Sicilia... certo così noi sul territorio non abbiamo discordanze...". E ancora: "Abbiamo costruito un impero e ci siamo fatti autorizzare tutto da Milano... passando dalla Calabria, da Napoli, ovunque...".