
di Luca Cianflone
"L’agricoltura sociale è una realtà meravigliosa e sta diventando una prospettiva interessante sotto diversi aspetti. Va ad occupare tre ruoli fondamentali della nostra società: sostenibilità sociale, dando possibilità a fasce di popolazione e territori di svilupparsi. Economica, consentendo nuove e diverse opportunità di investimento e guadagno; e sostenibilità ambientale, recuperando terreni, producendo prodotti per il mercato locale e non solo. Tutto questo contribuisce a rendere l’agricoltura sociale una grande ed importante realtà". Così Claudia Sorlini, presidente della Casa dell’Agricoltura, racconta alla Cascina Forestina il valore dell’agricoltura sociale.
"L’idea è promuovere l’agricoltura sociale, il suo valore oggi e le potenzialità. L’iniziativa alla Cascina Forestina ha messo a confronto diverse esperienze per individuare ipotesi di miglioramento gestionale, amministrativo e normativo. Con lo scenario complicato con cui abbiamo a che fare oggi, l’agricoltura sostenibile sta emergendo come sicurezza imprenditoriale o di investimento. Ha aiutato e sta aiutando molte realtà a resistere alle difficoltà che il lockdown ha scaturito". Sorlini ha poi spiegato la funzione di collante tra soggetti che può ricoprire l’agricoltura sociale: "Può (e lo sta già facendo) creare reti tra le istituzioni pubbliche e gli enti del terzo settore. Queste reti tengono insieme la società e contrastano le derive malsane verso orientamenti sociali e politici disgreganti". Il tipo di terreni che vengono salvati e trattati da chi opera in questo settore è un altro valore aggiunto: "La presenza di terreni sociali funge da barriera e difende i territori rurali. Inoltre - aggiunge il presidente di Casa dell’Agricoltura- si aggiunge l’importanza di operare su terreni sottratti alle mafie". Aspetto non di poco conto e che crea ottima reputazione nell’immaginario collettivo. Rimarcando anche il ruolo e la presenza delle donne nell’imprenditoria agricola sociale, Claudia Sorlini ha lasciato la parola a Massimo Fiorio, primo firmatario della legge nazionale sull’agricoltura sociale, approvata in via definitiva nel 2015 e che è stata un’importante innovazione, in grado di coniugare agricoltura e welfare.
Fiorio ha messo in evidenza come la crisi generale attuale abbia "inaspettatamente rilanciato il settore primario e l’agricoltura sociale rientra a pieno in questo discorso. Pur non rappresentando nulla di nuovo, questa interpreta quella che si chiama retroinnovazione, cioè trovare in esperienze del passato un’innovazione nel presente". Tornare quindi da una produzione industriale ad una produzione quasi famigliare. "L’agricoltura sociale è cresciuta molto in questi anni, diventando una realtà a cui le istituzioni hanno dovuto guardare e quindi regolamentare. Avere codici è il primo passo per entrare nel sistema globale economico e quindi avere più opportunità di sviluppo; la legge è servito a questo. È però fondamentale - ha aggiunto Fiorio - che essa si evolva. È necessario che chi opera nel o con questo settore lavori per un continuo sviluppo e dialogo, al fine di trovare soluzioni ed opportunità attraverso organi e soggetti preposti".