
Il filmato è particolarmente cruento, anche se per fortuna le conseguenze fisiche per la giovanissima vittima dell’aggressione si sono limitate a qualche escoriazione al volto, all’orecchio destro e a uno zigomo. Ore 18.16 di lunedì scorso, siamo in via Saragat, in zona Adriano. Un ragazzino di 13 anni è in compagnia di un amico davanti a un negozio di quartiere che frequentano spesso per acquistare acqua, caramelle e patatine. Il minorenne incrocia per un attimo lo sguardo di un uomo che cammina sul marciapiedi: un fugace scambio di occhiate, niente che possa far presagire quello che sta per succedere. All’improvviso, però, quel signore apparentemente tranquillo si trasforma in una furia, come ripreso da una telecamera di videosorveglianza indirizzata proprio sul punto dell’aggressione: prima uno schiaffo in pieno volto, poi la scarica di pugni; quindi, l’adolescente viene spinto più volte con la testa contro la vetrina dell’esercizio commerciale, prima di essere nuovamente colpito e strattonato per il collo. La scena dura una manciata di secondi, che però al tredicenne sembrano infiniti: è sotto choc per quel raid in pieno giorno, senza un apparente perché. Il minorenne contatta subito la madre, che lo accompagna prima a casa per tranquillizzarlo e poi in serata all’ospedale Fatebenefratelli per farlo visitare in pronto soccorso: i medici lo dimetteranno con una prognosi di due giorni per lievi contusioni alla testa, provocate dai cazzotti ricevuti.
Due giorni dopo, la trentacinquenne si presenta negli uffici del commissariato Villa San Giovanni per presentare una denuncia per lesioni personali: la donna ricostruisce l’aggressione da parte di una persona di un’età apparente di circa sessant’anni e consegna agli agenti la ripresa video che ha immortalato il blitz violento. Di più: nella querela, stando a quanto risulta al Giorno, la madre del tredicenne avrebbe anche indicato le generalità della persona che avrebbe aggredito il figlio, che sarebbe residente nell’hinterland. A indicarglielo sono state alcune persone che vivono nel quartiere Adriano e che lo vedono di frequente bere alcolici seduto su una panchina di fronte al minimarket, anche se al momento non risultano testimoni oculari di quanto accaduto. Ora toccherà agli investigatori di viale Monza accertare se si tratti davvero di quell’uomo o se invece sia stato qualcun altro a entrare in azione.
Di sicuro, quel raid così brutale quanto ingiustificato rimarrà a lungo nella mente dell’adolescente, che è rimasto comprensibilmente scosso da quanto subìto lunedì e che negli ultimi giorni fatica a uscire di casa per passare del tempo insieme ai suoi amici.