Nei supermarket sempre più ladri e i milanesi tornano a chiedere credito

Il viaggio tra i punti vendita nella metropoli che soffre sotto i colpi dell’inflazione quasi a due cifre. Sotto chiave vengono messi sempre più prodotti

Furto in un supermercato (foto d’archivio - Ravaglia)

Furto in un supermercato (foto d’archivio - Ravaglia)

Milano -  Non solo il vino pregiato. A finire sotto le teche antifurto dei supermercati milanesi c’è un po’ di tutto. Alla Conad di corso Lodi ad esempio custodiscono sotto chiave lo zafferano (a 4,49 euro), il Brunello di Montalcino (a 27,90 a bottiglia), una varietà impressionante di "spirits" ma anche tonno in scatola, creme antirughe, integratori per perdere peso, tinte per signora.

Ai “Sapori e dintorni“, store di piazza Duca d’Aosta, hanno messo dietro le casse persino la colla Attak e la crema adesiva Polident. A dimostrazione di quanto siano varie le categorie di merce che fanno gola ai ladri che prendono sempre più di mira la grande distribuzione organizzata.

Secondo l’ultimo report su "La sicurezza nel retail in Italia" realizzato da Crime&tech, spin-off universitario di Università Cattolica del Sacro Cuore – Transcrime, "nel 2020 le differenze inventariali delle aziende del settore Retail e Gdo (grande distribuzione organizzata, ndr ) in Italia sono state in media pari all’1,41% del fatturato annuo. Una stima conservativa (cioè al ribasso, probabilmente sottostimata rispetto al fenomeno reale, ndr ) del valore di queste perdite per l’intero settore Retail e Gdo è di circa 3,48 miliardi di euro. Supermercati, ipermercati e discount (1,89%) presentano un valore significativamente sopra la media". Queste differenze derivano da furti, tra i quali prevale il taccheggio, e frodi ma anche da errori amministrativi, scarti, rotture.

A questo valore va aggiunta la spesa che le aziende sostengono in misure di sicurezza o di contrasto alle perdite, raggiungendo un costo economico totale di 4,97 miliardi di euro. Gli investimenti possono essere notevoli, tra videosorveglianza, barriere antitaccheggio, servizi di doorman e vigilanza, sistemi di allarme. E ci sono poi tutte le misure a protezione dei singoli prodotti, dalle placche antitaccheggio alle vetrine, che però non sempre riescono a fermare le "mani leste". Infatti la Lombardia è fra le regioni più colpite dai taccheggi con 121 eventi per punto vendita, dal 2019 a metà 2021, dopo la Campania (168) e Abruzzo (150).

Le categorie merceologiche più rubate - i cosiddetti “hot products“, in gergo per addetti ai lavori - nei supermercati sono gli alcolici, caramelle e cioccolato e prodotti in scatola, seguiti da salumi e formaggi, caffè e prodotti della profumeria. "Ogni anno ci sparisce merce per un valore compreso tra 3mila e 4 mila euro, e non è poco. Noi siamo presi di mira per formaggi, soprattutto parmigiano reggiano che cerchiamo di tenere al banco salumeria, e anche vini, champagne e liquori pregiati, per cui sono stato costretto a montare uno scaffale chiuso. Alcune referenze le tiriamo fuori solo su richiesta. Non escludo che questi prodotti finiscano sul “mercato nero“. Quello che noto è poi che ci sono italiani che fanno sempre più fatica a tirare alla fine del mese: ma sono persone che non rubano. Ci chiedono di poter pagare quando arriva la pensione sul conto oppure del pane in dono" racconta Alberto Russo, titolare del punto vendita “Ok Sigma“ di via Bolzano, in zona Rovereto.

È una prassi sempre più comune nei supermercati milanesi tenere gli alcolici dietro le casse: ad esempio è la scelta del Carrefour di via Ponte Seveso in zona Centrale. E lo stesso ha fatto il vicino To.Market di via Vitruvio, ma la cassiera con dietro una enorme parete di superalcolici, amari e champagne, allarga le braccia: "In compenso ora spariscono le birre…".

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