MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

I ragazzi di Rozzangeles dicono addio alla “Magro”: in tanti ti dobbiamo la vita

Folla commossa ai funerali di Enza, l’assistente sociale scomparsa all’improvviso a 55 anni. È stata punto di riferimento del Sert locale

I funerali di Vincenza Magro (nel riquadro, Mdf)

I funerali di Vincenza Magro (nel riquadro, Mdf)

Rozzano, 17 marzo 2024 – L’ultimo saluto “popolare“ per Enza, l’assistente sociale del Sert di Rozzano che per oltre vent’anni ha aiutato e accompagnato con pazienza chiunque avesse un problema verso una nuova vita. Ieri la “Rozzano fuori“ era in lutto per la prematura scomparsa di Vincenza Magro, l’assistente col sorriso che sapeva fare rispettare le regole e tutti chiamavano Enza oppure “la Magro“. Una donna di 55 anni scomparsa per un malore improvviso pochi giorni fa lasciando un vuoto enorme nella comunità rozzanese. Una di quelle figure che hanno contribuito al riscatto dell’immagine, troppo spesso denigrata, dei servizi sociali. Ieri nella chiesa di Sant’Angelo in via Don Lonni a Rozzano si sono svolti i funerali.

L’ultimo saluto

La chiesa era gremita di ragazze e ragazzi e di ex ragazze e ragazzi che hanno incontrato sul loro cammino Enza. Una folla con le lacrime agli occhi che veniva da quel quartiere popolare, il quartiere Aler, quello che lei ha tanto amato e che chiamava “la mia Rozzangeles“ e dove ha voluto si celebrasse il suo funerale. C’era il marito circondato da abbracci calorosi di quei ragazzi che seguiva Enza. E poi c’era tutto lo staff del Sert di Rozzano, e c’erano i volti dell’Ats Melegnano Martesana, c’erano alcuni magistrati del Tribunale di sorveglianza, quelli di frontiera, con i quali Enza spesso si rapportava.

Il ricordo dei sacerdoti

Il funerale è stato celebrato da don Tommaso e don Luigi: "Ha aiutato tanti come si fa con i bambini quando imparano a camminare, che cadono e si rialzano, poi ricadono ancora ma alla fine imparano a camminare – sono le parole di don Tommaso –: erano un po’ tutti figli suoi". Poi il ricordo di Don Luigi, che ha scaldato i cuori con parole crude ma vere e sentite e che con lei aveva collaborato in più occasioni. "Quando arrivava la chiamavamo ‘la Magro’ per rispetto perché era un’istituzione. Un punto di riferimento per tutti. È stata la prima persona che ho conosciuto quando sono arrivato a Rozzano. Una donna seria, professionista, diretta e sicura che accompagnava con pazienza chiunque si rivolgesse a lei verso un percorso di recupero. Di rinascita. Perché il Sert per lei e per tutti noi è un luogo di resurrezione".

Il messaggio della famiglia

Poi hanno preso la parola due dei nipoti, a nome di tutta la famiglia: Francesco e Diletta. "Vorremmo che tutto quanto ha insegnato a noi e a tutti voi non fosse mai dimenticata e che tutti imparassimo a vivere dai suoi insegnamenti".

I ragazzi di “Rozzangeles“ poi l’hanno voluta salutare a modo loro, per dimostrare affetto e gratitudine: mazzi di fiori ovunque, palloncini bianchi e blu che hanno formato una croce sulla bara e all’uscita i fuochi artificiali. Quei botti che spesso fanno tanto arrabbiare, che hanno creato leggende metropolitane come quella del segnale dell’arrivo della droga in città ma che in realtà sono un modo, condivisibile o meno, per esprimere gioia e amore.