"La vita di papà tra foto e insegnamento: bello ricordarlo così"

Il figlio Marco: presto l’archivio a disposizione dei giovani

"La vita di papà tra foto e insegnamento: bello ricordarlo così"

"La vita di papà tra foto e insegnamento: bello ricordarlo così"

"Mio padre ha fatto il fotografo tutta la vita, ma parte della sua giornata era sempre dedicata all’insegnamento. Avere oggi una scuola che porta il suo nome, nella Milano in cui è nato e cresciuto, è bellissimo: sicuramente ne è molto fiero e noi con lui". Marco Gastel, figlio di Giovanni, scomparso nel 2021 a soli 65 anni, non nasconde l’emozione. È nel cantiere di via Amoretti insieme al cugino, Matteo Chiarelli, che insegna Storia dell’arte al Frisi da vent’anni. Portò anche lo zio tra quelle aule qualche anno fa. "Aveva parlato di arte ed economia – ricorda il nipote-prof –. “Zio, devo fare un figurone“, gli dissi invitandolo a lezione nel liceo economico-sociale che era appena nato. Dopo la tragedia, con il preside Luca Azzollini abbiamo pensato di dedicargli una scuola: era il minimo per un artista internazionale come lui, milanesissimo. Così, con gli studenti, lui rimarrà per sempre".

Marco, è un giorno importante.

"Sì. Il primo giorno del nuovo inizio ed è molto emozionante. Hanno cominciato a demolire la vecchia struttura, abbiamo visto che vanno veloce. La data si avvicina e per noi è bellissimo".

Qui crescerà il liceo Gastel, prima scuola dedicata a suo papà.

"Credeva molto nell’istruzione: ha avuto tanti assistenti che sono entrati e passavano dal suo studio, ai quali ha insegnato il mestiere del fotografo. Aveva un’enorme libreria, con libri di fotografia, di storia dell’arte: ha passato tutta la vita a studiare. I Gastel sono una famiglia molto numerosa, papà era il settimo figlio di sette fratelli: quando ci hanno chiamato dalla scuola per comunicarcelo quasi non ci credevamo. Un grande ringraziamento interfamiliare va a mio cugino Matteo, che insegna qui e che ha inserito papà nel gruppo di persone alle quali poteva essere dedicato questo nuovo liceo".

E tutti hanno approvato l’idea e il nome. In tempi record.

"Papà era legatissimo a Milano. Era cresciuto qui: entrambi i suoi genitori erano milanesi. Il liceo Gastel ha una compagnia stellare, accanto a Brera, Boccioni e Caravaggio. Non vediamo l’ora che sia pronto, soprattutto per dare agli studenti la possibilità di imparare in nuovi spazi con le tecnologie avanzate che arriveranno, in aule nuove: sarà tutto fantastico".

Giovanni Gastel entrerà anche nei programmi scolastici?

"Sì, la fotografia sta prendendo sempre più spazio nelle scuole. Mio papà diceva sempre che con i cellulari tutti sono diventati fotografi, ma lo diceva anche come una cosa bella: la tecnologia sta avanzando così velocemente, la scuola deve insegnare agli studenti anche ad avere la giusta prospettiva con qualsiasi macchina".

Come studio, collaborerete con il liceo Gastel?

"Speriamo di sì. Stiamo facendo un grande recupero del suo archivio. In 40 anni di carriera papà ha scattato tantissimo, il 50 per cento in polaroid, su formati stampati, e gli ultimi 20 anni in digitale. Stiamo digitalizzando tutto in modo che l’archivio possa essere consultato dagli studenti e da tutti: un primo passo che dovremmo terminare nel 2025. Poi sono certo che troveremo il modo di collaborare col liceo: sarebbe bello donare qualche foto di papà, creare un piccolo museo con le sue foto dando spazio anche ad altri fotografi che potranno esporre qui. Ci piacerebbe essere presenti nella scuola e aiutare".

Quanto manca lo sguardo di Giovanni Gastel a Milano?

"Tanto. E manca tantissimo a me, a tutta la famiglia, agli amici. A papà piaceva molto collaborare con la città per iniziative culturali. L’eredità che ha lasciato è nelle sue opere, nelle sue fotografie. E noi dobbiamo essere bravi a divulgarle, a renderle ’ambulanti’, a farle girare il più possibile".

Simona Ballatore