GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

La svolta in Area B. Rischio di guerra legale sui sensori salva-ciclisti. Chiuso il capitolo deroghe

Le associazioni dell’autotrasporto sollevano problemi di omologazione. Il Comune tira dritto. Censi sulle nuove esenzioni: richiesta senza senso.

La svolta in Area B. Rischio di guerra legale sui sensori salva-ciclisti. Chiuso il capitolo deroghe
La svolta in Area B. Rischio di guerra legale sui sensori salva-ciclisti. Chiuso il capitolo deroghe

Potrebbero essere i giudici amministrativi a stabilire le sorti della misura decisa dalla Giunta comunale per ovviare a quello che, piaccia o no, resta un dato di fatto: la serie di ciclisti e pedoni morti nei mesi scorsi dopo essere stati investiti da mezzi pesanti i cui conducenti non si sono accorti – e difficilmente avrebbero potuto accorgersi – della loro presenza. Il riferimento è, ovviamente, ai sensori anti-angolo cieco, che da ieri sono obbligatori sui veicoli M3, vale a dire gli autobus che abbiano più di 8 posti a sedere e una massa massima superiore a 5 tonnellate, e sui veicoli N3, quindi i camion con massa massima superiore a 12 tonnellate, che vogliano entrare e circolare in Area B.

Per ora, e fino al 31 dicembre 2024, per poter circolare basta essere in possesso di un contratto che dimostri l’acquisto di tali apparecchiature. Discorso diverso per gli altri mezzi pesanti, per i quali per il momento è scattato solo l’obbligo di adesivo per la segnalazione della presenza dell’angolo cieco.

Ad impugnare il provvedimento della Giunta comunale potrebbero essere, ora, le associazioni di categoria delle aziende di autotrasporto. In particolare Assotir, ma non solo: anche Sistema Trasporti, associazione dei bus turistici, sta valutando la percorribilità delle vie legali. Ed il tema è proprio questo. "Si tratta di sistemi di sicurezza esterni per i quali non è previsto alcun obbligo nel Codice della Strada – nota Claudio Donati, segretario generale di Assotir – e per i quali, di conseguenza, è quasi impossibile ricevere un’omologazione. Chi li installa si limita alla certificazione, senza dare alcuna garanzia. Non è un caso – fa sapere Donati – che il rappresentante di una nota casa automobilistica, durante una recente riunione in Comune, abbia paventato la possibilità che alcuni sensori non siano compatibili con le centraline elettriche installate sui mezzi. Altro problema: la reperibilità sul mercato che, complici i tempi stretti imposti dal Comune, è bassissima. Meglio sarebbe stato attenersi alla normativa europea che dal 2024 impone i sensori su tutti i mezzi di nuova immatricolazione o circoscrivere questo obbligo ai mezzi di cantiere che, non a caso, sono stati quelli maggiormente coinvolti negli incidenti di questi mesi".

Argomentazioni, alcune di queste, che a Palazzo Marino non sfuggono, non possono sfuggire. La scelta stessa di circoscrivere territorialmente l’obbligo dei sensori – limitandolo ad una zona a traffico limitato, sia pur estesa, anzi estesissima – è dovuta alla consapevolezza che tale obbligo è nuovo, sotto ogni aspetto. Ma dall’amministrazione comunale ci si limita a ribattere che quello dell’omologazione è un falso problema perché sono diverse le strumentazioni che si possono montare una volta acquistato il mezzo (quindi after market), a partire dai filtri antiparticolato per finire con i seggiolini anti-abbandono a tutela dei bambini. Chiuso anche il discorso relativo ad eventuali nuove deroghe: "Le regole di Area B sono quelle che erano state stabilite dal suo inizio – ha rimarcato ieri Arianna Censi, assessora comunale alla Mobilità –: l’unica cosa che a me pare molto importante è l’obbligo per i mezzi pesanti di installare il rilevatore dell’angolo cieco. Per il resto, le richieste di prorogare l’avvio delle nuove regole sono legittime, ma noi non ne abbiamo fatte, a parte prorogare alcune misure di accompagnamento per categorie molto importanti come medici e persone che si occupano della sicurezza della città e della cura della persona. Accoglierne altre non ha senso".

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