
di Marianna Vazzana
Il suo quartiere gli ha dato l’ultimo saluto ieri. Tra la folla che ha riempito il santuario di Sant’Antonio di Padova in via Farini si abbracciavano i familiari e gli amici di sempre ma anche i compagni dell’Università di Pavia, dove Giovanni Borsatti si sarebbe laureato tra poco in Medicina (mancava solo la discussione della tesi) e Alberto Lolli, il rettore del Collegio Borromeo, dove alloggiava. Tutti in lutto per il giovane milanese cresciuto nella zona di via Paolo Sarpi, morto a 24 anni sui Piani di Artavaggio, nel Lecchese, località che aveva raggiunto la settimana scorsa con i genitori per trascorrere le festività pasquali e che conosceva bene. Ma un’escursione gli è stata fatale: il suo corpo senza vita è stato ritrovato a 1.800 metri di altezza. Probabilmente è caduto dopo essere scivolato in un punto ancora coperto da una patina di ghiaccio e neve. Sono stati sua madre Silvia e suo padre Alessandro ad allertare i soccorsi mercoledì 13 aprile, quando non hanno visto rientrare il figlio. Ma era già troppo tardi.
"Giovanni è salito in alto, sulla montagna, per avere un momento di serenità, di pace, di contemplazione. E in questo contesto è avvenuto l’incontro con il Signore – parole di Padre Saverio Biasi, Superiore del Convento di Sant’Antonio, nell’omelia –. Lo spunto del pianto di Maria Maddalena sulla tomba di Gesù ci fa riflettere: non chiudiamoci nel dolore, altrimenti rischiamo di dimenticare i valori che Giovanni ci ha lasciato, soprattutto l’amore per la vita e la bellezza. Nel tempo di Pasqua, ancora di più, con la nostra fede dobbiamo accompagnare questo nostro fratello nella Resurrezione". Decine, i messaggi di cordoglio su Facebook, tra cui quello del professor Massimiliano Gnecchi, cardiologo e ricercatore del San Matteo: "Una persona speciale. Ricorderò sempre la tua passione per la medicina e il tuo entusiasmo. Il nostro Ateneo perde uno studente brillante, la società un medico dal futuro brillante ma soprattutto una brava persona".