Milano Fashion Week, la stilista Stella Jean fa sciopero della fame: "Moda non inclusiva"

La designer italo-haitiana ha annunciato la sua decisione nel corso della presentazione della manifestazione, in programma dal 21 al 27 febbraio

Stella Jean

Stella Jean

Milano - Fuori programma alla presentazione della prossima Milano fashion week, a palazzo Reale: mentre il presidente della Camera della moda italiana Carlo Capasa illustrava il programma della manifestazione, in calendario dal 21 al 27 febbraio, si è alzata per prendere la parola la designer Stella Jean, stilista italo-haitiana capo del collettivo di designer Wami (We are made in Italy) a denuciare la poca inclusività. "Per la prima volta nella storia della moda italiana, circa due anni fa, il 24 febbraio del 2021, cinque stilisti Bipoc (black, indigenous and people of color) avevano aperto la fashion week di Milano con il progetto "The Fab Five - We are Made in Italy" (Wami).

"Pensavamo di aver iniziato una rivoluzione, che invece è mancata e ha lasciato a casa i più deboli" ha denunciato Stella Jean, interrompendo la presentazione della prossima Milano Fashion Week per annunciare che farà lo sciopero della fame "finché non verrà data un’opportunità al collettivo Wami e le minoranze non verranno messe al riparo". "Nessuna promessa fatta dal presidente della Camera nazionale della moda italiana Carlo Capasa è stata mantenuta" dice la designer, per la quale la Camera ha "ridotto significativamente" il sostegno a Wami, tanto da rendere impossibile la loro partecipazione a questa Fashion Week. Di conseguenza, anche lei ha deciso di non sfilare a Milano con il brand che porta il suo nome, in modo simile a quanto fatto anni fa, quando era uscita dal calendario dicendo che sarebbe rientrata solo quando non sarebbe stata l’unica stilista nera.

Da parte sua, Capasa replica che la Camera ha supportato Wami per 2 anni, pari a quattro stagioni: "per questa fashion week ci era stato chiesto uno spazio per Wami e Stella Jean e lo abbiamo trovato, ora entrambi gli slot sono rimasti vuoti. Quello che abbiamo promesso lo abbiamo fatto, ma non possiamo trasformarci in imprenditori".

 

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