
La stamperia del Forum: "Apri, fai entrare le auto". Il racket dei parcheggi con ticket e timbri falsi
"Ma lo apri il parcheggio per l’occasione? (Quello privato, alternativo a quello pubblico del Comune, ndr)"
"Sì sì sì apro, sì ma mi hanno detto che però è un concerto di m... Che ci sono solo pochi posti tuttia sedere... Insomma, roba da poco".
"Ma chi l’ha detta ’sta cazzata, ma tu non devi ascoltare quel mong... di P. è sold out il concerto".
Questa è una delle conversazioni che emergono dalle carte dell’inchiesta condotta dal nucleo investigativo di Milano, coordinato dal pm Cristian Barilli, che ha fatto luce sulla “opaca“ gestione dei parcheggi nel Comune di Assago. Burgazzi, in realtà, è indagato per "turbativa d’asta" relativamente ad alcuni appalti risultati ad "affidamento diretto". La sua posizione, ancora al vaglio della Procura, è emersa a margine delle indagini che hanno portato a due misure cautelari a carico di due gestori di parcheggi comunali, accusati di aver messo in piedi un giro di ticket falsi.
I due finiti sott’inchiesta avrebbero incassato i soldi dei parcheggi comunali accanto al Mediolanum Forum di Assago, restituendo agli automobilisti ricevute false. "In occasione dei grandi eventi, poi – si legge nelle carte dell’inchiesta – i due indagati avrebbero deviato il traffico verso aree di sosta di loro proprietà, nonostante in quelle pubbliche ci fossero ancora posti disponibili". Per questo i carabinieri del comando provinciale hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare dell’obbligo di firma e del sequestro preventivo di oltre 60mila euro nei confronti di un 75enne e di un 28enne italiani, titolari degli affidamenti diretti per la gestione dei parcheggi del Comune di Assago, ritenuti responsabili dei reati di "peculato e frode nelle pubbliche forniture". I militari hanno effettuato perquisizioni nei confronti di altre cinque persone indagate, non destinatarie di provvedimenti cautelari. Tra questi ci sono i titolari di due tipografie che avevano realizzato i tagliandi di parcheggio falsi.
La "macchina" illegale partiva, infatti dalla fabbricazione di finti ticket. Un notevole numero di “bollettari“ venivano stampati da strutture compiacenti. Gli indagati temevano il “deposito“ di troppi bollettari per evitare di attirare l’attenzione e insinuare il sospetto di una attività illecita. "Io voglio sistemarle queste cose qua. Mi voglio liberare di sti bollettari hai capito? Hai capito che è pericoloso se ce li trovano tutti qui?". Le persone finite sotto inchiesta si facevano consegnare i tagliandi per il pagamento falsificati con lo stemma del comune di Assago.
L’utilizzo di fasi tagliandi consentiva una contabilità parallela e occulta rispetto a quella ufficiale e solleva la questione delle modalità con cui viene rendicontato l’importo a favore del Comune di Assago. Gli indagati incassavano indebitamente denaro contante attraverso l’uso di ricevute false. In altre occasioni incassavano gli importi con strumenti di pagamento elettronico utilizzando dei terminali Pos riferiti a conti correnti intestati alle società private, al posto di quelli comunali.