La Russa junior e la droga dello stupro: via all’esame sul capello della 22enne

La Procura ha dato l’incarico per l’analisi tossicologica che verrà effettuata in incidente probatorio. La data di inizio è il 29 febbraio, il termine per presentare la relazione è stato fissato al 30 marzo

Leonardo Apache La Russa

Leonardo Apache La Russa

Milano - Dovrà essere depositata entro la fine di marzo la consulenza disposta dalla Procura sui capelli della ragazza di 22 anni che, con la sua denuncia, ha fatto scattare l’inchiesta per violenza sessuale a carico di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, e dell’amico dj Tommaso Gilardoni.

Ieri mattina la pm Rosaria Stagnaro e l’aggiunto Letizia Mannella hanno conferito l’incarico a un medico esperto di tossicologia forense e docente all’Università Statale, Domenico Di Candia, per effettuare le analisi e accertare la eventuale presenza di Ghb, la droga dello stupro, indicando anche il periodo della assunzione. I pm hanno dato termine 30 giorni per l’esito di questo tipo di accertamento irripetibile, che prenderà il via il prossimo 29 febbraio e al quale parteciperanno anche i consulenti delle difese e della 22enne, ex compagna di scuola del figlio del presidente del Senato. A differenza di quanto era emerso in precedenza, i legali della parte offesa non hanno facoltà di chiedere l’incidente probatorio direttamente al gip. L’istanza era già stata rigettata dalla Procura nei giorni successivi al deposito di una loro consulenza sui capelli molto "cauta" in cui si sosteneva che sarebbero state riscontrate tracce di Ghb in un periodo compatibile con la notte tra il 18 e il 19 maggio scorsi, quando sarebbero avvenute le violenze denunciate. La procura però, allora, aveva escluso di prendere in considerazione la richiesta di procede con la perizia, considerando gli esiti non decisivi, perché una pur confermata presenza di Ghb nei capelli della 22enne nel periodo compatibile con i fatti contestati, non significa che la sostanza sia necessariamente stata assunta la sera dell’incontro in discoteca.

E, altrettanto difficile, è la dimostrazione che la sostanza sia stata versata nel bicchiere della ragazza da parte di Leonarda Apache e Tommaso Gilardoni. Questi ultimi due elementi sono imprescindibili perché la prova dell’esistenza della droga dello stupro possa rappresentare una svolta a favore della vittima. Il filmato nel cellulare degli indagati non restituisce la verità sullo stupro Non ci sono video, nemmeno quelli della sorveglianza interna al locale, che possano suffragare l’accusa.