La risposta del parco a Malpensa: 56mila alberi

Per compensare la minaccia che incombe sulla brughiera l’oasi lombarda punta a piantare nuove essenze al ritmo di 11mila all’anno

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di Giovanni Chiodini

Mentre c’è chi minaccia di eliminare 40 ettari di brughiera al limitare dello scalo di Malpensa (per l’ampliamento dell’area cargo in una zona ambientale pregiata e tutelata dal Parco del Ticino) il Parco Lombardo del Ticino, col bando “Foreste“, si propone di mettere a dimora 11.369 alberi o arbusti ogni anno per i prossimi cinque anni (56.845 in totale), uno per ciascun abitante dei Comuni del Parco. Alberi e arbusti che hanno lo scopo non solo di conservare e il recuperare gli ecosistemi della Valle del Ticino ma anche come azione per mitigare i cambiamenti climatici. Sin dalla sua costituzione, nel 1974, il Parco - che si può ben considerare come l’ultima grande foresta di pianura italiana - si occupa dalla conservazione e recupero degli ecosistemi, nella loro complessità: acque, aria, suolo, vegetazione e fauna. In quarant’anni sono stati realizzati circa 256 ettari di rimboschimenti, per un totale stimato di 426.496 piantine di alberi ed arbusti messi a dimora, oltre a 660 ettari di miglioramento forestale. Questo obiettivo potrà essere realizzato sia incrementando l’ordinaria attività nelle aree di proprietà del Parco sia attraverso l’attivazione di nuovi progetti in aree che vengono messe a disposizione da altri proprietari. A tale scopo il Parco ha previsto di stanziare inizialmente la somma di 500mila euro.

"Raggiungere i risultati sperati non è semplice per due ragioni - spiega il consigliere delegato Massimo Braghieri -. Non è sufficiente prendere una piantina e metterne le radici nel terreno, è fondamentale anche farla attecchire, darle acqua in giusta proporzione, difenderla dagli attacchi esterni e una volta cresciuta, darle la possibilità di svilupparsi pienamente in un ambiente adatto, così che possa fissare la sua quota di carbonio atmosferico. Ci vuole un progetto ed un disegno complessivo e capire in futuro chi se ne prenderà cura".

"La seconda ragione è che mancano le aree. In Pianura Padana ogni metro quadrato di suolo, oltre che prezioso, è anche ambito e conteso da numerosi obiettivi, esigenze e progetti alternativi". Questi obiettivi non sono per forza incompatibili e sicuramente troveremo territori non vocati ad altre esigenze per il nostro progetto". Il Progetto "Foreste" è rivolto a tutti i Comuni ed agli enti pubblici non economici del territorio che intendono collaborare all’iniziativa mettendo a disposizione proprie aree.

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