
Bambini, genitori, professori, presidi, educatori, personale Ata sono scesi in piazza anche a Milano contro le linee guida della ministra dell’Istruzione Azzolina. Al grido "Scuola, scuola" si sono ritrovati nella serata di ieri davanti a Palazzo Marino. "Immaginano una scuola che non è scuola - attacca la portavoce del gruppo “Priorità alla scuola“, Chiara Ponzini - in turni, divisa e poi di nuovo raggruppata con bambini di età diverse che lavoreranno assieme. Una scuola che diventerà a distanza da subito perché non ci sono sierologici, non ci sono screening che invece noi chiediamo per il personale docente e Ata perché altrimenti alla prima febbre di un bambino ad ottobre la scuola chiuderà. Qualsiasi bambino della primaria ha bisogno di un genitore accanto durante la didattica a distanza ed è una delle ingiustizie più grandi di questa modalità di nona fare a scuola". "Torniamo presenti sicuri e contenti", "Priorità alla scuola ora o mai più" e "Torniamo preparati tra i banchi disinfettati" sono alcuni dei cartelloni in piazza. Tra questi, anche uno striscione: "Azzolina bocciata". Presenti anche Fp Cgil, Coordinamento precari della scuola, i collettivi studenteschi, ActionAid, Cobas Milano e Non Una di Meno. Tra le richieste: "Risorse straordinarie, personale docente e Ata adeguato alle esigenze della scuola, assunzione dei docenti precari dalle graduatorie provinciali, che i Comuni e le Province trovino spazi per tutte le scuole di ogni ordine e grado, investimenti strutturali per l’edilizia scolastica e prevenzione sanitaria nelle scuole".
In piazza per "accogliere le richieste dei manifestanti come rappresentante della giunta" anche l’assessore all’Edilizia scolastica del Comune e maestro elementare, Paolo Limonta: "Stiamo verificando la possibilità di montare delle strutture temporanee provvisorie per quelle scuole che non hanno spazi interni gestibili e neanche spazi esterni". "Mi sembra che i più penalizzati siamo noi – commenta la preside del liceo scientifico Bottoni, Giovanna Mezzatesta -. La responsabilità è tutta sulle nostre spalle. Queste linee guida potevano anche non essere fatte, non sarebbe cambiato nulla. Se ciascun dirigente fa quello che vuole ci troveremo ogni scuola che lavora in maniera differente".