GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

La proposta del Comune. Uno studentato diffuso per contrastare il caro affitti

L’idea è utilizzare case popolari oggi da ristrutturare, Maran: "Già l’anno prossimo ne avremo 600". Studenti contenti a metà: "Buon primo passo ma non basta". Affitti brevi: Palazzo Marino contro il Governo.

La proposta del Comune. Uno studentato diffuso per contrastare il caro affitti

La proposta del Comune. Uno studentato diffuso per contrastare il caro affitti

Il Comune punta sul nuovo canone concordato e sulla creazione di uno studentato diffuso, fatto da una costellazione di alloggi popolari, per contrastare il caro affitti che già dal 3 maggio scorso ha indotto matricole e laureandi delle università milanesi a dar vita al movimento delle tende. Queste, in sintesi, le due soluzioni-maestre emerse dal confronto tenutosi ieri a Palazzo Marino tra il sindaco Giuseppe Sala, l’assessore comunale alla Casa, Pierfrancesco Maran, i rettori degli atenei e una rappresentanza degli studenti. Ma sul tavolo resta più di una questione, a partire dalla questione degli affitti brevi, sulla quale il Governo, secondo la Giunta, ha fatto troppo poco. Il primo a parlare dopo l’incontro è stato Maran: "Parte il nuovo canone concordato, che a Milano è sempre stato fatto con numeri ridotti: il proprietario che affitta l’appartamento entro le cifre fissate accede a sconti fiscali che lo rendono conveniente per lui e per l’inquilino, una cosa che per la prima volta viene ampliata alle stanze per gli studenti. Poi – fa sapere l’assessore – abbiamo deciso di finanziare un progetto nuovo: lo studentato diffuso. Significa recuperare appartamenti pubblici da ristrutturare affittandoli a studenti a prezzi ridotti. Questo vuol dire, auspicabilmente per il prossimo anno, avere altri 600 posti, quindi aumentare l’offerta di studentati del 5%, ma a tariffe al di sotto del mercato: tra i 250 e i 350 euro, con un investimento, da parte nostra, di 10-15 milioni e l’auspicio che il ministero metta fondi del PNRR". A proposito del Governo, Maran aggiunge: "Abbiamo anche una serie di richieste a livello nazionale: la norma sull’ospitalità turistica non va bene, bisogna lavorarci, sono oltre 20mila le case su Milano ma ne abbiamo bisogno per gli studenti e i lavoratori. Sappiamo che per il proprietario è più conveniente affittare a turisti ma lo Stato non si può schierare in quella direzione perché significa contribuire ad un incremento del costo degli affitti che sta diventando dannatamente critico. Poi stiamo facendo una mappatura dei fondi per il diritto allo studio e coloro che hanno richiesto una contribuzione sono nettamente di più dei fondi stanziati dallo Stato: abbiamo bisogno che qualcuno intervenga".

Quanto al confronto con gli studenti: "Ci sono arrivate proposte utili da loro – dice Maran –. Non è l’ultimo incontro ma fa parte di un percorso". Subito dopo ecco Massimo Bricocoli, del Politecnico: "La questione abitativa sta diventando un problema per le università anche per il reclutamento di persone capaci. Noi abbiamo inaugurato questa settimana una nuova residenza in piazza Ferrara, l’ateneo fa quello che riesce, ma è senz’altro necessario trovare nuove soluzioni. Lo studentato diffuso per alcuni versi ha delle qualità perché può essere gestito a livello comunale ed è l’idea di reperire alloggi pubblici, ma non solo, da destinare agli studenti. Questo è interessante perché si lavora su risorse esistenti, aiuta ad articolare l’offerta che non deve essere necessariamente quello dello studentato universitario e a ridurre i costi perché nello studentato i servizi accessori hanno poi una ricaduta rilevante".

Infine Barbara Morandi, una delle studentesse del movimento delle tende: "Si è fatto un passo avanti, ma le proposte del Comune non bastano ancora anche se alcune vanno nella direzione da noi auspicata. Noi ne abbiamo di nostre: modificare i criteri di convenzionamento con gli studentati privati perché propongono prezzi da 700 euro benché non paghino gli oneri di urbanizzazione, quindi aumentare gli oneri di urbanizzazione e utilizzare gli introiti per nuove acquisizioni di patrimonio pubblico edilizio in modo che Milano possa ampliare la propria offerta di alloggi pubblici sia per gli studenti sia per i lavoratori. Ancora, vogliamo l’abbassamento della soglia oltre la quale è prevista una quota di alloggi sociali nelle nuove trasformazioni urbanistiche, la conversione in alloggi sociali di beni alienati e un aumento del prelievo Imu sugli alloggi sfitti. Il Comune si è reso disponibile a discutere le nostre proposte e di questo siamo felici. Lo studentato diffuso? Ci convince ma chiediamo di utilizzare alloggi sotto soglia: non vogliamo entrare in competizione con famiglie bisognose". E sempre ieri il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha fatto sapere che da una ricognizione fatta dal suo dicastero è emerso che a Milano si possono ricavare 11mila alloggi per studenti riutilizzando immobili pubblici in disuso.