
La piazza delle maschere: "Noi, a casa dopo un anno"
Le proteste in occasione della Prima scaligera fanno parte del programma del 7 dicembre: cambiano i temi, i toni, ma quella piazza è un simbolo sin dal 1968. Anche quell’anno, destino vuole, era il Don Carlo ad aprire la stagione. Le mobilitazioni si affacciano ora, per la primissima volta, sull’anteprima dedicata agli Under 30, la Primina. Al centro un tema: precariato giovanile, "il vero motore del teatro alla Scala", tuonano maschere ed ex maschere del Tempio della Lirica. Che hanno organizzato il presidio autonomamente, "dal basso", ma non sono sole. Al loro fianco il sindacato Slc Cgil Milano, i rappresentanti di tantissime liste studentesche, i Fridays for Future e pure Tende in Piazza, il movimento contro il caro-affitti nato dalla primissima canadese picchettata in piazza Leonardo. "Scala precaria, come il resto dell’Italia": il coro e la scritta sullo striscione circondato dai fumogeni rossi. Porta la sua esperienza Valentina, ex maschera (l’ultimo contratto è scaduto a metà novembre), studentessa di Filologia moderna alla Cattolica, fuorisede: "Siamo stati assunti con contratto intermittente a chiamata, senza obbligo di risposta. Sei mesi, più tre, più due. Raggiunto l’anno non siamo stati rinnovati. Poca formazione, poco ascolto, tanta pressione. Siamo qui per fare sentire la nostra voce".
Prende il megafono Beatrice, ex maschera, studentessa della Statale: "Abbiamo lavorato qui per un anno, ci siamo innamorati dei velluti rossi, degli spettacoli, non ci è stata data la possibilità di andare avanti in questo percorso. Chiediamo contratti che possano coprire l’intero ciclo di studi e che questo teatro sia in prima linea per difendere i nostri diritti". "La cultura non può produrre precarietà", sottolineano il consigliere regionale Onorio Rosati e il senatore Tino Magni di Alleanza Verdi-Sinistra che hanno presentato un emendamento alla Finanziaria sul tema, un’interrogazione parlamentale e un ordine del giorno in Regione per creare un fondo per i lavoratori dello spettacolo. "Siamo giovani che parlano ai giovani: per questo abbiamo scelto la Primina – conclude Lorenzo Colombo, referente regionale Ugs –. Ci siamo mobilitati per la casa, il clima, il diritto al lavoro, la pace, il diritto allo studio, contro la precarietà. Ci rivolgiamo ai giovani che entrano nell’eccellenza della lirica mondiale: riappropriamoci del futuro che ci stanno rubando".