La piazza antagonista Quattromila per Dax: anarchici nelle retrovie Scritte e vetrine rotte

Corteo da Loreto a Cimiano, poi il concerto nello stabile occupato. Area presidiata da polizia e carabinieri, scongiurato il rischio incidenti. Scia di vandalismi lungo il tragitto: nel mirino banche, auto e pensiline.

La piazza antagonista  Quattromila per Dax:  anarchici nelle retrovie  Scritte e vetrine rotte

La piazza antagonista Quattromila per Dax: anarchici nelle retrovie Scritte e vetrine rotte

di Nicola Palma

Le previsioni della vigilia avevano fatto immaginare scenari ben più bellicosi, con gli spettri degli scontri dell’11 febbraio in viale Sabotino e della devastazione del 4 marzo a Torino ad aleggiare pesantemente sul sabato pomeriggio milanese. E invece la manifestazione da Loreto a Cimiano per il ventennale dell’omicidio di Davide Cesare si è conclusa senza momenti di particolare tensione con le forze dell’ordine, anche se ha lasciato dietro di sé una scia di scritte sui muri di palazzi privati e attività commerciali e di vandalismi che si sono accaniti su alcune auto parcheggiate, due banche e un paio di pensiline dei mezzi pubblici. L’ala antagonista, con rinforzi sia da altre città del Nord Italia (Torino in particolare) sia da Francia, Germania e Spagna, ha preso sin dall’inizio il comando delle operazioni, relegando in coda la componente anarchica (in maggioranza autoctona) che più preoccupava i funzionari dell’ordine pubblico, coordinati da via Fatebenefratelli dal questore Giuseppe Petronzi.

La destinazione era chiara sin dall’inizio: lo stabile ex Ciba di via Oropa 4, occupato venerdì per farne il teatro del concerto di "autofinanziamento" di ieri sera (probabilmente l’evento a cui gli organizzatori tenevano più che a tutto il resto), con il fumettista Zerocalcare e lo storico frontman dei 99 Posse tra gli ospiti annunciati. Ore 14.20, il primo gruppo arriva da via Padova e si posiziona dietro il furgoncino con lo striscione "Dax resiste" tra viale Abruzzi e via Porpora: in testa ci sono le teste rasate e i bomber dei Redskin; a seguire, le rappresentanze di centri sociali, collettivi studenteschi e sindacati di base. In strada c’è anche la mamma del ventiseienne assassinato a coltellate il 16 marzo 2003. Ai lati del serpentone che si va formando, ecco il servizio d’ordine in pettorina gialla. L’incrocio con corso Buenos Aires è presidiato dalle camionette della polizia: è vero che una mail anonima ha fatto capire nei giorni precedenti che il percorso si svilupperà verso nord, ma l’arteria commerciale viene comunque protetta per sconsigliare pericolose deviazioni. Partenza alle 15.10, con un elicottero a monitorare tutto dall’alto: ci sono almeno duemila persone, numero che raddoppierà con lo scorrere dei chilometri per superare quota quattromila. Prima tappa dopo pochi secondi: al megafono vengono scanditi i nomi dei 15 martiri della strage fascista di piazzale Loreto del 10 agosto 1944; poi il ricordo di Fausto Tinelli e Iaio Iannucci, uccisi il 18 marzo del 1978. In via Costa, il primo riferimento alla battaglia contro il 41 bis dell’ideologo del Fai-Fri Alfredo Cospito, in sciopero della fame da quattro mesi, anche se la questione carcere duro viene inserita nel più generale macrotema delle condizioni di detenzione nelle carceri italiane.

In piazza Durante la sosta più lunga, di circa mezz’ora: il tempo necessario per usare il muro perimetrale di Fineco Bank come "tela" per il maxi murale "Dax 2003-2023" e per scagliare tre palloncini pieni di vernice contro le finestre dell’istituto di credito. Altro stop all’angolo con via Mancinelli, a due passi dalla targa per Fausto e Iaio omaggiata in mattinata con un mazzo di fiori dal sindaco Giuseppe Sala ("Sono passati 45 anni, ma Milano non vi ha dimenticato e non vi dimenticherà"). Poco dopo le 17, vanno in scena i danneggiamenti: a farne le spese un paio di macchine in via Cambini, le vetrate della filiale Iccrea di via Esterle (con la scritta "Fuori Alfredo dal 41 bis" a togliere dubbi sugli autori), due fermate dei bus Atm in via Padova. In via Celentano l’ultimo stop-and-go prima di raggiungere largo Tel Aviv, con lancio di bottiglie di vetro e petardi contro agenti e carabinieri.

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