SIMONA BALLATORE
Cronaca

La perizia sulla michetta "La vite era nell’impasto" Penale al fornitore del pane

Dopo il ritrovamento del corpo estraneo nel pranzo di un alunno, il verdetto in Comune. Crosta intatta, il corpo estraneo era in un punto cieco, chi ha messo l’affettato non lo ha visto.

La perizia sulla michetta "La vite era nell’impasto" Penale al fornitore del pane

di Simona Ballatore

e Massimiliano Mingoia

La vite era nell’impasto del pane: penale al fornitore - che produce ogni giorno per le mense scolastiche milanesi circa 5.000 chili di pane (equivalenti a 100mila panini) - e lavori in corso per incrementare i livelli di sicurezza su tutta la filiera. Così sul tavolo del Consiglio comunale arriva il verdetto sul caso del "panino con bullone". A ricostruire la vicenda nei dettagli è la vicesindaco e assessore all’Educazione Anna Scavuzzo, a partire da quel 15 marzo, giorno in cui un bimbo di quinta F della scuola elementare Dante di via Mac Mahon ha ritrovato il "corpo estraneo", per fortuna prima di addentarlo. I panini imbottiti erano stati consegnati da Milano Ristorazione alle 7.30, prima della gita di classe a Palazzo Marino, ma erano stati consumati poi in classe, al rientro.

La preside del comprensivo Rinnovata Pizzigoni ha immediatamente segnalato il ritrovamento, allegando tre fotografie. Nel pomeriggio, l’Unità di controllo comunale dell’Area Food Policy della direzione Educazione ha chiesto i primi ragguagli al responsabile di zona del centro cucina Castellino Da Castello. Prelievo del "corpo estraneo" il giorno successivo, con apertura delle indagini su quel "bullone", che poi si è rivelato "una vite a brugola metallica, della lunghezza di un centimetro e dal peso di 15 grammi". Il panino era da 50 grammi, pre-tagliato su tre lati. "L’analisi preliminare della vite a brugola ha fatto supporre che la stessa fosse presente nel panino fin dalla cottura, anche per i residui di impasto presenti e adesi all’esterno della vite stessa", spiega Scavuzzo. Di qui la contestazione di Milano Ristorazione al fornitore del pane e un primo audit straordinario nel sito produttivo con due ispettori. Il pane, infatti, viene acquistato da un unico fornitore, selezionato con appalto pubblico: il contratto è stato firmato nel 2021 e scadrà a dicembre 2023. C’era il metal detector nell’impianto e funzionava pure. "Dalle verifiche effettuate negli ambienti e dalle attrezzature presenti nel sito produttivo del fornitore del pane non è stata individuata una possibile fonte di contaminazione, pur avendo rilevato alcune viti di fattura simile a quella ritrovata nel panino". Viti che invece non erano compatibili con quelle degli attrezzi presenti nel centro cottura Castellino Da Castello. Il fornitore ha continuato le indagini interne alla ricerca della non conformità, mentre - lunedì 20 marzo - Milano Ristorazione ha affidato una perizia tecnica a un professionista esterno, per analizzare tutti i reperti e ripercorrere la filiera. Sono state visionate le attività di preparazione anche di 113 panini per capire se qualcosa, in quella fase, potesse essere andata storta.

"Il corpo estraneo nel panino non era stato intercettato dal personale addetto alla farcitura dei panini di Milano Ristorazione poiché era inserito nella parte inferiore tra il taglio e la crosta sottostante: la crosta risultava intonsa e la vite a brugola risultava posizionata in un punto cieco baricentrico alla parte non tagliata del panino", continua Scavuzzo. Giovedì 23 marzo un terzo audit dal fornitore, parallelo a un’ispezione di Ats. "Il fornitore ha già prodotto 900mila chili di pane, pari a circa 40 milioni di panini, senza mai riscontrare non conformità degne di nota", premette la vicesindaco. Ma l’ultima perizia tecnica ha rilevato che "per tipologia, diametro e composizione della lega, la vite grano senza testa ritrovata nel panino contestato è compatibile con quelle presenti nell’impiantistica del fornitore, nella zona dosaggio farinecarico impastatrici". Di qui la penale. Mentre "con Milano Ristorazione, abbiamo disposto la massima attenzione sul servizio – chiude Scavuzzo – e stiamo valutando se e come poter ulteriormente innalzare alcuni protocolli di sicurezza".