"La nostra maturità da Serie A: vincere a scuola e nello sport si può"

Le campionesse Manuela Ribechi e Anna Adelusi a Milano per la pallavolo e per lo scientifico Lagrange

Migration

di Simona Ballatore

La pallavolo le ha portate entrambe a Milano, in serie A2, al Centro sportivo Pavesi e al liceo scientifico sportivo Lagrange. Qui Manuela Ribechi e Anna Adelusi hanno chiuso in bellezza (e in volata) la maturità. Manuela aveva i tempi strettissimi: il 27 era stata convocata dalla Nazionale Under 19 a Boario Terme - dove si deciderà chi parteciperà agli Europei di fine agosto - e gli orali cominciavano il 28. "I professori hanno capito e mi hanno permesso di essere il primo giorno", sorride, arrivata a destinazione. A conciliare studio e sport sono ormai specialiste, sin dalla prima superiore. Hanno iniziato insieme a Roma, hanno finito insieme a Milano, e anche se le prossime sfide sportive le vedranno indossare maglie diverse - Anna sarà a Firenze e Manuela a Milano - hanno in comune pure il prossimo obiettivo: Psicologia. "Non ci siamo messe d’accordo": giurano. Sarà destino o la grande sintonia. "Siamo arrivate qui all’ultimo anno e siamo subito state accolte dai nostri prof e dai compagni – racconta Anna, originaria di Pesaro, con in mano un pass per la serie A1 –. Sei ore a scuola al mattino, allenamenti per quattro ore al giorno, tanto studio... ma siamo arrivate fino in fondo, e anche bene". Non si sbilancia sul punteggio finale per scaramanzia, attende i tabelloni. La prova più temuta - matematica - è ormai alle spalle, come il “Dialogo della Natura e di un Islandese“ di Leopardi e la poetica del pessimismo. Sorride alla prossima stagione: "È la mia prima promozione in serie A1, il riconoscimento più grande, insieme alle convocazioni in Nazionale. Un sogno che si concretizza". Palla al cielo, piedi ben saldi a terra: "Non smetterò di studiare, bisogna sempre avere un piano B per il futuro. Mi iscriverò in università, mi piacerebbe dedicarmi alla Psicologia anche nello sport, come mental coach, mentre continuo a dare il massimo sul campo". Come la sua alleata e compagna di avventura, Manuela Ribechi, che quest’anno si è avvicinata a casa, alla sua Vignate. "Il regalo più bello – confessa –: appena avevo un giorno libero tornavo a prendermi una boccata d’ossigeno. Anche se questa vita l’ho scelta, mi piacciono i sacrifici". Continuerà a vestire la maglia del Club Italia Crai. Lo scoglio più temuto della maturità è sempre matematica, prepararsi all’orale non era meno sfidante. La sua ultima partita scolastica è cominciata dal quadro “Le spigolatrici“ di Millet. "A scuola mi sono trovata benissimo, se avessi terminato l’ultimo anno a Roma non sarebbe andata così – spiega –. Ho cominciato 18 giorni dopo per i Mondiali ma mi hanno accolta tutti a braccia aperte e sostenuta. Quando ero via per le trasferte evitavano di interrogarmi il giorno dopo. Mi sono accorta di quanti ragazzi abbiano abbandonato lo sport per lo studio, ma se ti organizzi puoi fare entrambi, per questo invito a non mollare". Alla soddisfazione più grande - il secondo posto al Mondiale e la qualificazione per l’Europeo da “libero“, dopo il cambio di ruolo e con premio miglior giocatrice finale - aggiunge al palmarès questo diploma. Che entrambe le maturande “azzurre“ dedicano a loro stesse: "Alla fine siamo state brave a gestire sport e scuola, ce lo meritiamo sì".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro