"Beni acquisiti con investimenti tratti dalla commissione di delitti lucrogenetici - che hanno consentito di ottenere proventi -, meritevoli di recupero da parte dello Stato attraverso l’applicazione del Codice Antimafia". Così vengono definiti i terreni, per un valore di oltre 500mila euro, sequestrati a Buccinasco, di proprietà di Pasquale Zappia, 84enne di Platì (Reggio Calabria) condannato nel maxi processo Crimine-Infinito del 2010 sulla ‘ndrangheta alle porte di Milano e coinvolto nell’operazione Nord-Sud che negli anni Novanta ha fatto luce sulla criminalità organizzata in Lombardia. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Pavia hanno proceduto all’esecuzione del sequestro, propedeutica alla confisca, in seguito ad accertamenti patrimoniali effettuati dai militari (conclusi dalla Dda), dopo l’emissione di una interdittiva antimafia da parte della Prefettura di Milano.
Zappia, residente ora a Gudo Visconti, è un ex ambulante di piante, frutta e verdura e un tempo è stato titolare della pompa di benzina in via dei Mille a Buccinasco, gestita dal figlio e chiusa da un’interdittiva antimafia, attorno a cui ruotava il traffico di droga. Secondo gli accertamenti, Zappia aveva accumulato terreni per oltre mezzo milione di euro: tutti sequestrati, acquisiti grazie a condotte illecite contestate all’84enne, affiliato alla cosca dei Barbaro e Papalia e considerato uno dei vertici della ‘ndrangheta al Nord. Proprio nelle carte dell’indagine Infinito si metteva in luce come i possedimenti di Zappia fossero sproporzionati rispetto alle dichiarazioni dei redditi, quindi frutto del "rimpiego dei proventi dei traffici illeciti della famiglia".Francesca Grillo