
Maria
Mirarchi*
Secondo voi un pittore può celebrare il tipico pane milanese la “Michetta”? Ebbene sì, ci ha pensato l’artista milanese Piero Manzoni, con la sua famosa opera d’arte “Achrome”, Museo del ‘900, 1962. L’architetto Gaetano Pesce invece onora la tradizionale “Michetta”facendone un divano componibile, nel
2005. A parte le attenzioni ricevute dai nostri amici sopra citati, anche il Comune di Milano premia la Michetta con il riconoscimento De.Co. (Denominazione Comunale) nell’anno 2007. Ma come è nata la storia della Michetta, fiore all’occhiello della metropoli milanese, detta anche “pane soffiato” o “pane
d’aria” o ancora “pane aereo” con la sua forma a stella o rosetta? Per comprendere il suo percorso e perfezionamento attuale dobbiamo tornare nel lontano 1700 quando la Lombardia era un Impero Austriaco-Asburgico che impose ai milanesi il proprio pane. Il pane dell’Imperatore era il “Kaiseermmal”, un panino di 8090 grammi, la cui forma ricordava una piccola rosa. Gli austriaci non amavano la pagnotta milanese detta “la micca”. Il popolo milanese, per quanto fosse operoso, non accettava tale imposizione dell’imperatore e quindi si industriò a imitare il pane del tiranno dandogli un proprio nome: la “Michetta”, di colore dorato a forma di stella. I fornai milanesi si scontrarono subito con un inconveniente. Quel tipo di pane, il “Kaiseermmal” diventava gommoso dopo poche ore a causa del clima lombardo molto umido, mentre quello asciutto viennese lo manteneva sempre fragrante. Quale geniale idea escogitarono i nostri panificatori? Quella di svuotare la Michetta dalla mollica.
*Architetto