
La ragazza del luna park. Che se nasci in una famiglia di giostrai, certe atmosfere ti rimangono addosso. Come tatuaggi. E prima o poi magari ci fai anche uno spettacolo. Nasce così “Samusà“ di Virginia Raffaele, da domani a domenica al Teatro Lirico Giorgio Gaber. Dove l’attrice romana ripercorre la sua infanzia al LunEur. In bilico fra comicità e poesia. Lavoro scritto insieme a Giovanni Todescan, Francesco Freyrie e Daniele Prato. Mentre alla regia un nome gigante della ricerca: Federico Tiezzi.
Virginia, da dove proviene il titolo?
"È una parola del nostro gergo, quello dei giostrai. Significa “fai silenzio“". Una strizzata d’occhio alle mie origini, mi piaceva la sua musicalità".
Lo spettacolo è un viaggio nei suoi ricordi di bambina?
"Sì, una sorta di collage dove si ripercorre la mia infanzia al LunEur, lo storico luna park di Roma dove lavorava la mia famiglia. Un luogo che credo abbia dato vita a molto di quello che sono oggi. Lì sono cresciuta fino all’adolescenza, poi nei primi anni del 2000 l’hanno progressivamente portato verso la chiusura, lasciando a casa un centinaio di famiglie senza lavoro. E così questa volta ho deciso di diventare io una giostra umana, con momenti più poetici e altri di risate grasse, di pancia". Cosa ricorda di quel periodo? "È stato un lento addormentarsi. Il luna park si è come sgretolato, fino a quando poi è scaduto il contratto per il terreno dell’Eur e lo si è perso, dopo 50 anni. Da un momento con l’altro spariva una giostra e lo stesso parco veniva aperto solo un giorno su tre. Io all’epoca ero ormai nel pieno della gavetta: controfigura, voce in radio, comparsata. Ma nel frattempo osservare il luna park era molto triste, anche per quello che aveva sempre rappresentato in città. Ci andavi a conoscere le ragazze, i nonni portavano i nipotini, ci bigiavi scuola".
Cosa le ha dato un’infanzia così particolare?
"Di sicuro una grande facilità nell’entrare in relazione con chiunque e nel capire chi ho davanti. È un qualcosa che appartiene alla vita da strada. Mi ha poi trasmesso il valore del sacrificio e la dignità del lavoro. Oltre al fatto di sentirmi molto terrena ma anche libera come il vento. Io a sei anni giravo da sola per il parco e sparavo come un cecchino... ".
Sente che le ha pure tolto qualcosa?
"Forse proprio un’infanzia normale, anche se fra giostrai siamo noi i “dritti“ e gli altri sono i “contrasti“: gli anni con i nonni, fare i compiti a casa, i giardinetti con lo scivolo. In cambio mi ha donato un mondo meraviglioso dal quale continuo ad attingere".
Come ha convinto Tiezzi per la regia?
"Per me è stato un colpo di fulmine. Cercavo un uomo di teatro che desse forma a questo spettacolo che da tempo mi batteva in testa, un po’ come la scatola magica di Jumanji. Tiezzi ha cambiato il palcoscenico con i Magazzini Criminali e io ho sempre amato le contaminazioni. Un giorno l’ho chiamato e ho parlato ininterrottamente per 15 minuti. Alla fine ha ceduto".
Nei prossimi mesi?
"La tournée prosegue fino a maggio, abbiamo tantissime date. Poi credo esca dopo l’estate “Tre di troppo“ di Fabio De Luigi, con cui c’è una tale sintonia che ogni tanto sembriamo la stessa persona ". Sarà protagonista anche della nuova stagione di LoL su Prime. "Eh ma su quello non posso dire nulla!".