La ma fa Rusina: non si vede alcun beneficio

Emilio

Magni

Un amico che si chiama Pino mi ha raggiunto con una e-mail per chiedermi cosa vuol dire il detto "Fa quanto la Rosina al so omm" che a lui è capitato di ascoltare qualche volta. Mi ricordo mia madre che ogni tanto, un po’ arrabbiata, prorompeva con un: "La ma fa rusina" (in Brianza la "o" diventa "u"), riferendosi a una medicina che presa con tanta speranza di guarire da un male, alla fine dei conti non aveva dato alcun risultato e il dolore continuava. Il significato di quel "fa quanto Rosina al so omm", annuncia pertanto che un provvedimento preso con speranza, non ha dato alcun risultato. Anch’io mi sono sempre chiesto da dove viene questo modo di dire così bello e colorito e chi sia questa Rosina colpevole di non essere capace di dare benefici. Il modo di dire è preso in considerazione anche da Ottorina Perna Bozzi nel suo bel libro "Milano ritrovata" con tremila modi di dire meneghini e pubblicato dall’editore Virgilio. La brava Ottorina ci fornisce una spiegazione molto sfiziosa del modo di dire "della Rosina". Viene da una storiella che circolava spesso a Milano nell’Ottocento e che, in qualche modo si è tramandata fino ai giorni nostri soprattutto negli ambienti legati appassionatamente al dialetto meneghino. Sicché la storiella racconta che la "sciura" Rosina curava la gamba malata del marito ponendo però gli impacchi sulla gamba di legno. Era evidente che il povero marito con una gamba di legno e l’altra malata non otteneva alcun beneficio. Quindi alla fine della fiera, secondo Ottorina, il significato del detto è "una cosa che non incide minimamente". È interessante osservare che una piccola scheggia del dialetto tipico di Milano, come questo modo di dire, sia dilagato anche nel contado fino ad arrivare in Alta Brianza entrando nel parlare di mia madre, brianzola genuina. Mi ricordo la mamma talvolta non si limitava alla sola Rosina ma arrivava a dire: "La ma fa Rusina Nava". Aggiungeva dunque anche un cognome che però non sono mai riuscito a scoprire da dove venisse.

mail: emiliomagni@yahoo.it

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