REDAZIONE MILANO

La lettera dei 142: "Radical Flows. Progetto opaco"

"L’urbanistica milanese sta vivendo un momento molto critico, a seguito di numerose inchieste giudiziarie (...) Proprio in questi mesi l’amministrazione...

"L’urbanistica milanese sta vivendo un momento molto critico, a seguito di numerose inchieste giudiziarie (...) Proprio in questi mesi l’amministrazione...

"L’urbanistica milanese sta vivendo un momento molto critico, a seguito di numerose inchieste giudiziarie (...) Proprio in questi mesi l’amministrazione...

"L’urbanistica milanese sta vivendo un momento molto critico, a seguito di numerose inchieste giudiziarie (...) Proprio in questi mesi l’amministrazione cittadina sta aggiornando il Piano di governo del territorio, cercando anche di dare risposte alla difficile situazione che si è determinata. In questa cornice molto delicata, l’iniziativa Radical Flows appare discutibile sia nei contenuti sia nella forma". Sono passaggi di una lettera aperta, firmata da 142 architetti, urbanisti, artisti, docenti e intellettuali, che chiedono chiarimenti sull’iniziativa del gruppo Radical Flows, presentata ieri nella sede dell’Ordine degli architetti di Milano. Un gruppo, composto da professionisti del settore, che sta proponendo progetti per "ridisegnare" la città e le zone universitarie.

"L’iniziativa bottom-up, patrocinata dal Comune di Milano, nasce dalle riflessioni di un gruppo di attivisti, architetti e paesaggisti – si legge sul sito dell’Ordine – che, in collaborazione con i principali poli universitari e con le associazioni di cittadini, stanno ideando una rete di percorsi in sicurezza per pedoni e ciclisti, aree di comunità e spazi di connessione al servizio di studenti e cittadini". Un’iniziativa che ha suscitato le perplessità dei 142 firmatari della lettera. "Il processo appare opaco e irrituale – scrivono –. Un soggetto privato, il movimento Radical Flows, metterebbe a sistema, con il patrocinio del Comune, le università. Si ignora con che metodo sia stato individuato. Si ignora quali siano le garanzie di trasparenza, la pubblicità degli obiettivi e le ricadute". Chiedono quindi chiarimenti al Comune, agli atenei e all’Ordine, sottolineando che dalla vicenda emergerebbe "la debolezza, o forse l’assenza, di un progetto culturale per la città, nonché di un progetto di trasformazione verso un orizzonte metropolitano".

Andrea Gianni