REDAZIONE MILANO

La lana è un problema. Ridotta a rifiuto speciale

La produzione locale non viene più utilizzata. Una volta tosato il vello finisce al macero o in Cina.

La produzione locale non viene più utilizzata. Una volta tosato il vello finisce al macero o in Cina.

La produzione locale non viene più utilizzata. Una volta tosato il vello finisce al macero o in Cina.

La risorsa è diventata un problema. E un costo sempre più proibitivo per l’ambiente e i pastori. Stiamo parlando della lana naturale che un tempo veniva filata per produrre calze, indumenti invernali e pannelli isolanti, oppure per imbottire materassi. Ora in Lombardia non c’è praticamente più nessuno che la ritira per utilizzarla, tanto meno che la paga. Succede in quasi tutti Italia. I consumatori e i produttori preferiscono le fibre sintetiche oppure quelle di qualità ultrasottili importate dall’estero, come Kashmir dove si allevano le capre dal cui vello si ricava il pregiato cashmere. Le 150 tonnellate di lana nostrana prodotte dalla tosatura in Lombardia finiscono così al macero, come dai 10 a 12 milioni di chili di lana cosiddetta “sudicia“ tosata dalle pecore in Italia: l’80%, viene esportato, senza nemmeno lavarlo, in particolare verso India, Cina e sud Europa. Nel nostro Paese ne restano così appena 1.200 tonnellate. "Tutto quello che non viene utilizzato è considerato rifiuto speciale – spiega l’assessore lombardo all’Agricoltura Alessandro Beduschi -. Un vero spreco, oltremodo costoso da smaltire. Se non correttamente gestito, diventa inquinante. Serve ricostruire una filiera tessile e dare vita a una catena produttiva che si è interrotta con l’incremento delle fibre sintetiche e il ricorso a lane d’importazione". In realtà, oltre a quello della tessitura, sono stati recentemente individuati altri settori per il riutilizzo di questo materiale, come l’edilizia dove la lana viene utilizzata come isolante termico per gli edifici. "Per noi sarebbe già importante con la lana riuscire a coprire almeno i costi di tosatura – spiega Andrea Galbusera (nella foto in alto), pastore lecchese -. Al momento invece la lana rappresenta solo una spesa di migliaia di euro e un fastidio. È difficile trovare chi tosa le nostre pecore ed è difficile trovare chi ne smaltisce la lana.

Potremmo evitare di tosarle, ma noi preferiamo farlo per alleggerirne il vello ed evitare che siano costrette a portarsi addosso un peso eccessivo, perché ci sta a cuore il benessere dei nostri animali. Per tosarli, reclutiamo professionisti svelti e bravi che non li traumatizzino più dello stretto necessario". D.D.S.