La giudice al trapper: "Ora le faccio la paternale. Dia il buon esempio ai giovani"

Il trapper Baby Gang rischia l'aggravamento della pena dopo tre anni di sorveglianza speciale. La giudice esorta il cantante a dare il buon esempio e ad assumersi la responsabilità del suo comportamento. I suoi concerti potrebbero essere a rischio.

La giudice al trapper: "Ora le faccio la paternale. Dia il buon esempio ai giovani"

La giudice al trapper: "Ora le faccio la paternale. Dia il buon esempio ai giovani"

Tre anni di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, richiesta della procura a cui si è aggiunta una severa reprimenda della giudice Maria Gaetana Rispoli della sezione autonoma misure di prevenzione a cui spetterà la decisione sull’aggravamento di pena chiesta dalla questura e dal pm Maurizio Ascione per Zaccaria Mouhib, il trapper da milioni di follower noto come Baby Gang, 22 anni e due condanne alle spalle, tra cui una per sparatoria. Mouhib è tornato ai domiciliari con braccialetto elettronico da gennaio quando ha esploso un colpo di pistola, ferendo un suo conoscente. Per questo sono a rischio i suoi concerti già sold out. Già per Simba La Rue la Corte d’Appello di Milano aveva stabilito, dopo la condanna per la cosiddetta ’faida dei trapper’ e la sorveglianza speciale il divieto di esibirsi in concerti e djset.

All’inizio della udienza di ieri e prima della richiesta della procura Baby Gang ha reso dichiarazioni spontanee: "Sono cambiato, non ho mai sgarrato una prescrizione, ho fatto volontariato e non ho sbagliato nulla, solo le persone che ho frequentato in passato", ha detto il cantante davanti ai giudici che dovranno decidere sulla sorveglianza. "Pesa il mio nome Baby Gang – ha aggiunto, assistito dal legale Niccolò Vecchioni –, la vittima sono io, arrivo da una situazione non facile, sono cambiato e volevo andare a Sanremo quest’anno".

La giudice Rispoli si è rivolta al trapper: "Lei deve dare il buon esempio, non il cattivo esempio, lei ha una grandissima responsabilità nei confronti dei giovani perché la ascoltano milioni di ragazzi. Io le faccio la paternale – ha aggiunto – non la pistola, non le armi, non la cocaina, perché lei ha la possibilità di cambiare la sua mentalità, lei è riuscito a fare di tutto, trovi un modo". Per il 22enne, intanto, sono fissati per giugno i processi d’appello: quello sulla sparatoria e l’altro per una rapina a Vignate, nel Milanese, che gli è costato un’altra condanna a 4 anni e 10 mesi di reclusione.

Anna Giorgi

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