La giostra dei ticket Ora Calenda offre al Pd un duo Moratti-sinistra E Cottarelli: lei mia vice

Per sanare la rottura con i Dem il leader di Azione lancia un tandem tra l’ex vicepresidente e un esponente progressista, proposta rifiutata. Campagna social per convincere Pisapia. Ma spunta anche Tito Boeri

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di Giambattista Anastasio

Ora Carlo Calenda, leader di Azione, lancia al Pd la proposta di un ticket che accanto al nome, fin qui divisivo, di Letizia Moratti, ne preveda un altro, di sinistra. Con evidenti e cari saluti a Carlo Cottarelli, l’unico profilo sul quale Azionisti e Democratici avevano trovato un’intesa spendibile in vista delle elezioni Regionali del 2023. Una proposta, quella di Calenda, che conferma indirettamente quanto sia ritenuto importante, da parte sua e della stessa Moratti, un’alleanza con i Dem. Che, però, coerentemente alle posizioni espresse fino ad oggi, hanno già detto no. "Un ticket tra Letizia Moratti e una personalità della sinistra lombarda isolerebbe la destra sovranista e la sconfiggerebbe. I riflessi sulla destra anche a livello nazionale sarebbero profondi. Salvini ne uscirebbe a pezzi. Sicuri di voler andare per altre strade?": questo il tweet postato da Calenda ieri mattina. "Con i ticket preconfezionati e calati dall’alto – replica Alessandro Alfieri, vicepresidente dei senatori del Pd – non si va da nessuna parte. Se Calenda vuole provare a vincere in Lombardia togliamo i nomi dal tavolo e ci confrontiamo seriamente". "Il Pd – prosegue – ha più figure da poter candidare. Non lo ha fatto finora perché in maniera responsabile sta cercando di allargare la coalizione alternativa alla destra. Ma il tempo è la pazienza stanno per finire". Netto anche Vinicio Peluffo, segretario regionale del Pd: "Azione ha cambiato idea per la seconda volta in poche settimane, ora non pretendano di imporci alcunché. Se vogliono confrontarsi davvero, ritirino il sostegno a Moratti, senza fantasiosi ticket. Il Pd lombardo ha espresso chiaramente come la pensa sulla candidatura della Moratti e non con un tweet ma con un pronunciamento dell’assemblea".

In casa Pd si è alla ricerca di una candidatura che possa unire e, nel caso, evitare il passaggio delle primarie, che al momento sembra plausibile. A giocarsele potrebbero essere il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, l’ex sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, in tandem con l’assessore Pierfrancesco Maran, ma anche Fabio Pizzul, capogruppo al Pirellone. Quanto alla figura che potrebbe rendere inutile la consultazione, il pressing su Giuliano Pisapia prosegue anche con campagne social, come quella lanciata da Elisabetta Strada e dal gruppo dei “Civici, Lombardi, Europeisti“ (Titolo: “Giuliano ho bisogno di te!“, sottotilo “tuttixpisapia“) ma una sua disponibilità è tutt’altro che scontata. In queste ore dall’europarlamentare ed ex sindaco non sono arrivate risposte. Ha preso quota invece l’ipotesi Tito Boeri, ex presidente Inps e fratello dell’Archistar Stefano.

Cottarelli colui che fino a ieri avrebbe dovuto rappresentare l’altra metà del ticket, non ha nascosto il suo fastidio: "Nelle dichiarazioni del parlamentare del Pd Walter Verini, che ha chiesto alla Moratti un gesto di umiltà e serietà per dare una mano alla coalizione progressista senza pensare di imporre a nessuno una candidatura obiettivamente divisiva, è implicita l’ipotesi che Moratti possa essere candidata come vicepresidente della Lombardia ed io presidente". "Quando avrò il quadro completo della situazione dirò la mia posizione – ha aggiunto Cottarelli –. Ci deve essere una coalizione sufficientemente ampia, ma il Pd ha detto di no a Moratti ed è chiaro perché: negli ultimi due anni il Pd, e anche Azione, in Lombardia ha pesantemente criticato quello che Moratti stava facendo come responsabile della sanità. Ora Azione sembrerebbe avere cambiato idea. Io – conclude l’economista – non voglio aspettare per sempre". Mariastella Gelmini, vicesegretaria nazionale di Azione, tenta la mediazione: "Moratti è espressione della società civile ed è da sempre un civil servant, non un politico di professione. La sua candidatura alla presidenza della Regione non è espressione di una fazione politica ma supera gli schieramenti tradizionali della politica. Non stupisce dunque l’incomprensione che arriva da partiti ancorati a vecchi modelli". Ieri è stata la stessa Moratti a provare a chiarire il suo orientamento: "Chi mi conosce sa che la mia identità corrisponde ai valori della cultura della tradizione popolare e liberale, che si riconosce nella dottrina sociale della Chiesa", ha dichiarato a Radio Lombardia in replica al secco no arrivato dal segretario nazionale del Pd, Enrico Letta,. Sull’altro fronte, Attilio Fontana attende oggi che il centrodestra ufficializzi la sua ricandidatura.

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