CLAUDIO
Cronaca

La fila in Italia... esercizio sociale sempre ostico

Negri eccezione alla regola è diventata la regola dell’eccezione. O volenti o subenti, ci tocca. Dite che la deroga...

Negri eccezione alla regola è diventata la regola dell’eccezione. O volenti o subenti, ci tocca. Dite che la deroga...

Negri eccezione alla regola è diventata la regola dell’eccezione. O volenti o subenti, ci tocca. Dite che la deroga...

Negri L’eccezione alla regola è diventata la regola dell’eccezione. O volenti o subenti, ci tocca. Dite che la deroga immotivata, il permesso speciale, la rivendicazione di un privilegio ingiusto sono vizi italici fin dai tempi del Carlo Codega? Sarà vero, ma da un po’ di tempo ho l’impressione che si vada esagerando anche su questo ignobile fronte. Perché non parlo di eccezioni alla regola tali da finire in corte d’assise, ma di quelle nelle quali, con urticante frequenza, ci imbattiamo ogni giorno. Noto che le eccezioni di cui sopra, dal mio osservatorio remissivo, si producono spesso durante una fila, esercizio sociale sempre ostico per noi che abitiamo tra il Brennero e Lampedusa. Come la fila al supermercato: si procede lenti verso la cassa e dietro di noi c’è un ribollire di umanità scalpitante di inderogabili urgenze e di singolari istanze di precedenza: “Scusi, posso passarle davanti?”. “Ma se ha il carrello pieno come il mio...”. “Guardi, a occhio e croce lei ha una scatola di pelati in più. Controlli”. “Non so che dire: passi”.

A seguire: “Ho il carrello difettoso...e l’alluce valgo”. “Be’, passi”. “E io non ho forse diritto di passarle davanti? Sono reduce”. “Di guerra?”. “No, da una coda in autostrada”. “Capisco: passi”. “Uh, bravo, mi c’infilo anch’io, sa: ho un tacco rotto, ho litigato col mio stalker, ho lasciato la macchina in quarta fila con la bisnonna, i bambini, il cane e il criceto che stanno suonando a turno il clacson e mi scaricano la batteria”. “Immagino, passi pure”. “Spòstati, cretino, o ti spacco le ossa”. “Si figuri, passi”. “Abbiamo rubato solo tre pacchetti di caramelle senza zuccheri aggiunti, ci faccia passare”. “No problem: passate”. “Mi guardi in faccia. Giuro che in via mia non ho mai chiesto di passare davanti a nessuno, non vorrei approfittarne ma se lei fosse così gentile...”. “È fortunato: passi”. Finché, dopo tanti sorpassi, è il vostro turno. Dietro di voi credete di scorgere solo ippopotami in tutù e coccodrilli della Danza delle Ore disneyana. Fanno la fila senza chiedervi nulla. Finalmente. Ma la commessa ha appena dato l’incasso a un rapinatore: “Aveva precedenza assoluta. Passi alla 27: qui si chiude”.