
Da stella della politica di primo piano, come presidente della Camera, giovanissima, a 31 anni, la seconda donna dopo Nilde Jotti, al mondo dello spettacolo che l’ha vista anche nel ruolo di conduttrice tv, ad imprenditrice, professione quest’ultima che le sta portando una pioggia di guai giudiziari. Ha avuto tante vite Irene Pivetti, da aprile (ma si è scoperto solo ieri) indagata, anche a Milano, dopo l’apertura di fascicoli a suo carico a Savona, Siracusa e Roma, per le sue opache attività di import-export con la Cina, tramite la holding di cui è a capo, la Only Italia. È proprio nella sede della società, in piazza IV Novembre, zona Stazione Centrale, che la Guardia di finanza ha bussato ieri mattina, cercando contemporaneamente la ex presidente della Camera anche a casa sua, poco distante, in zona Porta Venezia, perquisendo l’abitazione. L’indagine milanese non ha legami con quella relativa alla partita di mascherine dalla Cina per cui la ex numero uno di Montecitorio è tornata agli onori delle cronache.
É del 29 aprile, infatti, la prima notizia sul sequestro di 9mila mascherine non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza, importate dal gigante asiatico tramite la Only Logistic Italia, ramo operativo della holding. L’inchiesta milanese, coordinata dal pm Giovanni Tarzia, si concentra su una serie di operazioni commerciali - in particolare la compravendita di tre Ferrari - che sarebbero servite per riciclare proventi di una maxi evasione fiscale. Pivetti è indagata per riciclaggio assieme, tra gli altri, a Leo Isolani, pilota ed ex campione di Gran Turismo. Isolani avrebbe venduto tutti i beni (attrezzature, marchio e sito web) di una sua società indebitata col Fisco per diversi milioni di euro al fine di svuotarla. Beni che sarebbero andati a un’altra sua società con base a San Marino, la quale avrebbe venduto di nuovo tutti i beni ad una società di Hong Kong riferibile a Pivetti. Società quest’ultima che, poi, avrebbe rivenduto ancora gli asset ad altra società, sempre di Hong Kong del magnate cinese Zhou Xi Jian.
Il gruppo cinese, stando alle indagini, avrebbe corrisposto le somme ad una società polacca, che farebbe parte sempre della "galassia" Pivetti e già emersa anche nel caso mascherine. Tra gli indagati anche la moglie del pilota, un notaio che avrebbe messo in piedi l’operazione, un socio della società cinese di Pivetti, che avrebbe incassato denaro dalla società polacca e il responsabile delle due aziende del pilota.Anna Giorgi