La dose letale sotto la tangenziale Torna l’incubo eroina in via Orwell

Torna l’incubo eroina a Rogoredo. Non nella zona del bosco di via Sant’Arialdo, da tempo ripulito e riconsegnato al quartiere, bensì in quella di via Orwell, in particolare nella radura che si estende tra i piloni della tangenziale e il muro costruito apposta per evitare che i pusher finissero sotto i treni dell’Alta velocità per scappare dalle forze dell’ordine. L’ultima croce è stata piantata a metà pomeriggio di giovedì: un tossicodipendente ha dato l’allarme al 112 poco dopo le 16, riferendo di aver trovato una persona con il volto in una pozza d’acqua, immobile. I sanitari di Areu non hanno potuto che constatarne il decesso: sul cadavere non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza. Il pm di turno ha disposto l’autopsia, anche se il luogo in cui è stato ritrovato il corpo sembra lasciare pochissimi dubbi sulle cause della morte, riconducibili a un’overdose.

Sul caso stanno indagando i carabinieri della stazione Rogoredo, guidati dal maresciallo Giuseppe Palumbo, che ora dovranno dare un nome all’uomo di circa 50 anni, probabilmente originario dell’Est Europa, che era sprovvisto di documenti. Un primo tentativo con il software di riconoscimento facciale in dotazione all’Arma non ha dato gli esiti sperati: non è stata trovata corrispondenza tra il volto del morto e quelli inseriti nel database. Dopo l’esame autoptico, gli investigatori cercheranno di risalire all’identità dal confronto tra le impronte digitali dell’uomo e quelle "schedate" negli archivi delle forze dell’ordine. Risale allo scorso 2 novembre l’ultimo caso di overdose mortale: in quell’occasione, il quarantunenne tunisino Saber I., scarcerato tre giorni prima, era stato trovato senza vita nell’area verde tra l’estrema periferia sud di Milano e San Donato.Nicola Palma

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