
La casa di comunità resta chiusa. Solo la dialisi ripartirà domani
Dai nuovi sopralluoghi dei tecnici arriva la conferma della chiusura della Casa della comunità di Gorgonzola. Solo per la dialisi, il servizio riaprirà domani nei locali dell’ex Serbelloni. Le ultime verifiche hanno fatto emergere "alcune fessurazioni e un modesto rilassamento dei solai". Niente da fare, dunque, per gli altri servizi – poliambulatori, consultori, pediatri e infermieri e cup – che restano sparpagliati nei Comuni che li hanno accolti per fare fronte ai problemi emersi durante il maxi cantiere di ristrutturazione del vecchio ospedale, che oggi ospita la Casa. Lavori del valore di 11 milioni di euro in arrivo dal Pnrr e appena entrati nel vivo al pianterreno e al piano superiore, quando è scoppiato il caso.
Il bollettino dell’Asst Melegnano-Martesana parla anche "di limitati episodi di sfondellamento", distacco di parte dell’intonaco dal soffitto. Il trasloco "garantisce continuità assistenziale", sottolinea l’Azienda e i pazienti "sono stati avvisati per telefono di tutti gli spostamenti", ma per i sindacati non basta. Qualche giorno fa hanno volantinato per esprimere "preoccupazione e allarme" per la situazione. Diaspora di malati costretti al cambio di sede e operatori "impossibilitati a lavorare", in alcune destinazioni provvisorie "mancano anche le scrivanie".
Il trasferimento è nato dal giudizio di inidoneità del vecchio nosocomio a ospitare l’utenza. Un problema che si aggiunge per le sigle alla situazione di un’Asst che "non ha fatto che peggiorare. Dalla chiusura della psichiatria a Melzo, al punto nascite di Cernusco, al primo intervento a Vaprio. Oggi i timori sono per il futuro di Gorgonzola". Il personale ha scritto anche una lettera aperta alla direttrice generale Roberta Labanca: "Siamo lavoratori e continuiamo a credere nel potenziale che la nostra azienda ha espresso per anni. Ma non l’abbiamo mai vista in una condizione come quella attuale". I cantieri aperti: "Suggeriscono un futuro di riqualificazione: ma si scontrano con l’amara realtà di posti letto dimezzati, servizi ridotti, lunghissime liste d’attesa, presidi e reparti chiusi". L’Asst dal canto suo ha ringraziato "il personale e i Comuni che hanno permesso la riorganizzazione per garantire l’obiettivo primario di non sospendere alcuna prestazione".