"Dove guarderemo la partita? A San Siro. Come sempre". Intanto, alla “Carrozzeria Inter“, e già il nome dice tutto, il tifo per il derby è cominciato con largo anticipo. Anzi, non si interrompe mai in questo luogo vestito di nerazzurro fin dall’ingresso, dove tra disegni, vessilli, bandiere e foto ora campeggia una coppa alta più di un metro, dorata, a memoria perenne dello scudetto 2024. Questo di via Carlo D’Adda, a due passi dal Naviglio Grande e viale Cassala, è il regno della famiglia Fiamberti, alla terza generazione di carrozzieri e, prima ancora, interisti. "Scaramantici? Se lo fossimo, non metteremmo nulla. E invece ci piace mostrare chi siamo. Il derby arriva presto, quest’anno. Siamo ancora carichi per la vittoria del campionato e già ci prepariamo ad altre emozioni" è il primo commento di Corrado Fiamberti, tutti i giorni al lavoro con la cravatta d’ordinanza (nerazzurra). Insieme al fratello Riccardo affianca il papà Vittorio che ha fondato la carrozzeria 63 anni fa e ancora adesso, a 82 anni, ne tiene le redini. Seguono le sue orme i nipoti Edoardo e Gianluca. A Vittorio brillano gli occhi ogni volta che parla della “sua“ Inter e già pregusta il momento in cui domani sarà a San Siro. "Sempre presente da decenni. Sono tra gli abbonati storici. Il tifo è tra le cose più belle della mia vita".
Giocatori favoriti? "Ho una predilezione per Nicolò Barella – risponde Corrado – e per Federico Dimarco. La cosa sorprendente, che mi commuove, è che lo seguo fin da quando era un bambino di 7 anni che giocava nei pulcini dell’Inter. Non l’ho mai visto dal vivo ma è come se fosse di famiglia". Riccardo parla dei “cugini“: "Il loro problema siamo noi, perché abbiamo creato troppo distacco". Una nota dolente: "L’impressione è che San Siro sia sempre più a misura di ricchi. Una volta i biglietti avevano prezzi più popolari, si andava allo stadio per tifare e non solo per partecipare a un evento". Però "un aspetto positivo è che vediamo sempre più donne appassionate e competenti, che vengono a tifare sul serio", dicono i fratelli. I match sono anche in casa: "Abbiamo la mamma juventina. Bianconera anche la moglie di Corrado, mentre la mia – sottolinea Riccardo – è milanista. Un guaio? No: questo ci ha fatto capire di essere innamorati davvero". E la fede per l’Inter, comunque, non vacilla.
Marianna Vazzana