GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

La carenza di professionisti: "Ora non abbiamo educatori". Minori con gravi disabilità senza assistenza domiciliare

Centinaia le segnalazioni di famiglie che si sono rivolte agli enti accreditati dalla Regione per attivare le ore di terapie previste dal voucher sociosanitario ma senza riuscirci.

Benché declinata con parole diverse, la motivazione addotta è sempre la stessa: mancanza di personale. E con "personale" in questo caso ci si riferisce ad educatori, infermieri, logopedisti. A farne richiesta sono i genitori dei minori con gravissima disabilità. Per essere precisi, questi genitori chiedono l’attivazione dei voucher sociosanitari previsti dalla misura B1, una misura regionale destinata proprio al sostegno alla gravissima disabilità. Ogni voucher prevede un certo numero di ore di prestazioni al mese: ore con l’educatore o col logopedista o con altri specialisti in base al piano individuale di ogni minore. A rispondere (spesso) picche sono le cooperative sociali, le fondazioni e gli enti che sono stati accreditati dalla Regione Lombardia proprio perché garantiscano alle persone con gravissima disabilità le prestazioni domiciliari previste dai voucher. La carenza di determinati profili professionali fa sì che spesso tali voucher restino lettera morta: sulla carta se ne beneficia, nella pratica no. Il problema non nasce oggi, ma oggi preoccupa di più.

Alcune figure, quali gli educatori e gli infermieri, mancano a livello nazionale e in maniera trasversale. A complicarne il reperimento per la B1 sono le basse retribuzioni dell’assistenza domiciliare. Un fatto che oggi preoccupa più di prima perché da giugno i servizi diretti alle famiglie con disabilità dovranno essere potenziati a compensazione del taglio ad alcuni contributi economici destinati alle stesse. Ma come si può potenziare domani un settore che ancora oggi soffre di gravi carenze di personale? In questa pagina abbiamo pubblicato tre delle decine di mail di rifiuto inviate, loro malgrado, dagli enti alle famiglie che, tra aprile e il mese in corso, hanno chiesto l’attivazione del voucher. "Al momento non abbiamo personale libero per incarichi domiciliari" si legge in una prima mail. "Al momento non abbiamo figure educative disponibili per avviare un nuovo progetto ed attivare il voucher sociosanitario" si legge nella seconda. "Al momento non abbiamo una disponibilità immediata per poter attivare il voucher. Purtroppo non sappiamo prevedere le tempistiche necessarie in quanto dipende dal reperimento delle figure educative previste", si legge nella terza. Le citazioni potrebbero continuare. "Negli ultimi 3 anni la mancanza di educatori si è aggravata – sottolinea Morena Manfreda, presidente di Abilità Diverse –, lo abbiamo segnalato più volte alla Regione senza che siano stati presi provvedimenti efficaci. Da giugno al danno si aggiungerà la beffa perché le famiglie vedranno ridursi alcuni contributi senza avere in cambio servizi migliori". A proposito di B1 una notizia positiva e una conferma. La notizia positiva è che, coerentemente a quanto dichiarato dalla Regione, le ATS stanno facendo marcia indietro sui tagli alle ore dei voucher già attivi prorogandoli fino a dicembre. La conferma è il ricorso al Tar di 25 associazioni contro le delibere con cui la stesa Regione da giugno decurterà alcuni contributi ai caregiver famigliari.