
Il vecchio "batacchio" usurato dal tempo ora esposto davanti alla chiesa, come un reperto archeologico, quello nuovo è appena stato montato e la campana numero 12 di San Gervaso e Protaso, "muta" da due anni, stasera tornerà a suonare. Il concerto è fissato per le 21.30 a fine messa. Tutto merito di una raccolta fondi e del cuore grande di Trezzo che ha partecipato in massa all’operazione "campanone", tante piccole donazioni fino a raggiungere i 3.700 euro necessari, una cifra non particolarmente impegnativa, "ma la risposta così massiccia scalda il cuore", dice Rino Tinelli (nella foto), lo storico locale che ha lanciato l’iniziativa, d’accordo con il parroco don Alberto Cereda. L’esperto ha dedicato un volume durante la pandemia al concerto del campanile "gemello" di San Marco. La richiesta del contributo libero ha visto in campo oltre a tanti fedeli, anche la Pro loco e la libreria Il Gabbiano. Dell’opera si è occupata un’azienda specializzata di Pozzuolo Martesana. La campana “mutilata” è la dodicesima del concerto, "e la più importante - spiega Tinelli -. Fu issata nella cella nel febbraio di 109 anni fa. Un evento straordinario. È la più grande: il diametro misura 1,70 cm". Da ormai due anni il problema. Il batacchio che consente il rintocco era rotto e inutilizzabile, pericoloso se messo in movimento. "Avevamo promesso che il grande ritorno sarebbe stato fissato a Pasqua, e così è, una soddisfazione - ancora Tinelli – il concerto a 12 è una rarità, sono pochissimi". La storia dell’opera è stata raccontata nel testo Una fiaccola per la notte scritto con i colleghi, Bonomi, Perlini, Pesenti e Vesca. Una sezione è dedicata al giorno in cui le campane entrarono in città, l’11 febbraio 1914.
Barbara Calderola