La ballata triste del vigile che non c’è e se c’è non si vede

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Piero

Lotito

Ho visto un ghisa. "Sa l’ha vist cus’è?". "Ha visto un "ghisa"!". "Ah, beh; sì, beh". "Un "ghisa" che piangeva sul sedile, piangeva tante lacrime, ma tante che bagnava anche la macchina!". "Povero "ghisa"!". "E povera anche la macchina!". "Sì, beh; ah beh; sì beh!". Enzo Jannacci avrebbe certo imbastito una delle sue meravigliose ballate su questa storia della richiesta del sindaco di Milano al ministero dell’Interno di 500 vigili da aggiungere all’attuale, a quanto pare esangue, organico a disposizione del Comune. Sull’argomento vigili urbani si ironizza spesso, a volte lo facciamo anche noi, prendendo a pretesto la perdurante… invisibilità dei nostri "ghisa". Aumenta la percezione di insicurezza a causa del proliferare di bande giovanili, episodi di bullismo, scippi, rapine e altri reati, e i cittadini si guardano attorno chiedendosi: "Ma i vigili dove sono?". Una domanda che a ben guardare rivela ancora fiducia, sottintendendo che se i vigili si facessero vedere, molti problemi si potrebbero ridurre se non eliminare. Non si può essere però così ingenui: anche se è forte il ricordo della Milano che presidiava ogni angolo di strada con i suoi indimenticabili "ghisa", va considerato l’enorme aumento del traffico e delle incombenze burocratiche che oggi costringe la polizia locale a lavorare in una realtà certamente più complicata di quella, mettiamo, degli anni Sessanta o Settanta. Eppure… Eppure, i milanesi non si capacitano del fatto che dalle strade, dai parchi, dalle piazze della loro città siano scomparsi (senza virgolette) i vigili urbani. Una sparizione di carattere nazionale (vai a chiedere a Roma, a Bologna, a Napoli: anche qui diranno: "Ma i vigili dove sono?"), però ugualmente sconcertante. Si parla da anni di "vigili di quartiere", ma i quartieri si sono intanto allargati e i vigili ristretti fino a svanire. Ogni tanto appaiono: in auto, filanti nel traffico. Quindi invisibili. E ora questa richiesta del sindaco di 500 altri fantasmi che andrebbero, ma sì, a svolgere mansioni importanti, ma sempre lontano dalla vista dei milanesi. E chi è lontano dagli occhi, è spesso lontano anche dalla speranza.

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