NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, il killer del Parco delle Cave torna in cella per resistenza

Marcello Di Matteo segnalato da una gioielliera come possibile rapinatore. Il giorno di Pasquetta del ’98 uccise il trentaquattrenne Patrizio Ramazzina

L’articolo del Giorno del 24 febbraio 2000 che dava conto dell’arresto di Di Matteo

Milano -  Allo stesso posto , davanti alle vetrine di una gioielleria. Alla stessa ora, quella di abituale chiusura dell’esercizio commerciale di piazzale Lagosta. Una presenza costante, sin troppo. Mai dentro, sempre fuori a osservare a distanza di sicurezza. Così la titolare del negozio si è insospettita, pensando che quell’uomo potesse essere un rapinatore che ne stava studiando movimenti e abitudini per andare a colpo sicuro, e ha segnalato subito il fatto alla polizia. Da lì è stato organizzato un servizio di controllo ad hoc in zona, che ha portato all’arresto in flagrante per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

In manette è finito il pluripregiudicato di 49 anni Marcello Di Matteo, con un precedente pesantissimo alle spalle: nel pomeriggio del 13 aprile 1998, andò a cercare il trentaquattrenne Patrizio Ramazzina e gli scaricò addosso il caricatore di un revolver, terrorizzando chi aveva deciso di trascorrere il giorno di Pasquetta al Parco delle Cave e scappando con un complice mai identificato in sella a uno scooter. Poco meno di due anni dopo, il 23 aprile 2000, i carabinieri lo ammanettarono: secondo quanto ricostruito dalle indagini e cristallizzato dai processi e dalle sentenze, Di Matteo ammazzò Ramazzina perché quest’ultimo si era presentato a casa della madre pretendendo da lei soldi e oro per un etto di cocaina mai pagato dal figlio. Condannato a 30 anni di reclusione in primo grado, uscì nel 2011. E l’anno dopo fu nuovamente coinvolto in un’operazione degli agenti del commissariato di Sesto San Giovanni che smantellò una piazza di spaccio di hashish e marijuana: per gli investigatori, si era messo a capo di una banda di giovanissimi "cavallini" che vendeva ai ragazzini del liceo la droga che lui si procurava dai vecchi contatti del Lorenteggio, con un giro d’affari stimato in circa 30mila euro al mese.

Ora il terzo atto della saga criminale, in realtà andato in scena prima che Di Matteo potesse attuare ciò che verosimilmente stava progettando. La dritta della gioielliera ha fatto immediatamente scattare un pattugliamento ad hoc dei poliziotti motociclisti della sezione Nibbio dell’Ufficio prevenzione generale della Questura, che attorno alle 19.30 di giovedì hanno intercettato il quarantanovenne in via Volturno, a poche centinaia di metri da piazzale Lagosta. A quel punto, gli agenti lo hanno fermato per un controllo, ma il pregiudicato ha reagito in maniera veemente, tirando fuori dalla tasca un coltello a serramanico per aggredire gli investigatori e scappare. Tutto inutile: è stato bloccato e arrestato. Per l’ennesima volta.