di Massimiliano Mingoia
Ha giurato negli uffici comunali di via Larga lo scorso 24 ottobre ed è diventato ufficialmente italiano, dopo quasi 24 anni di permanenza nel nostro Paese. Una storia a lieto fine quella di Kevin Rebello, 48 anni, di origine indiana (è nato a Mumbai) ma ormai cittadino italiano a tutti gli effetti: sabato il Comune gli ha consegnato la sua carta d’identità. Kevin è il fratello di Russel, l’ultima delle 32 vittime della Costa Concordia ad essere ritrovata dopo il naufragio davanti all’Isola del Giglio del 13 gennaio 2012: il suo corpo fu rinvenuto mille giorni dopo, con la nave già a Genova per essere smantellata. "Russel mi chiamava ’’l’italiano’’ – racconta Kevin Rebello –. Lui già sapeva che volevo fare la pratica per la cittadinanza, sapeva che il mio obiettivo era questo. L’ultima volta che l’ho incontrato a Genova, ero in Italia già da 10 anni, e ne avevamo parlato. Ora sarà orgoglioso di me".
Kevin è stato ed è uno dei simboli della tragedia della Costa Concordia. Per mesi ha sperato e atteso che gli fosse restituito il corpo del fratello Russel, ragazzo di Mumbai che sognava di fare lo chef e secondo i testimoni è morto cercando di salvare più passeggeri possibile. "Quando è successo l’incidente di mio fratello – racconta Rebello – ho perso il mio lavoro, lavoravo per un’azienda che è poi fallita. Tutto è successo nel giro di due-tre mesi: a gennaio l’incidente di Russel, a febbraio l’azienda si è disciolta e ho dovuto cercare un altro lavoro".
Due pesi da sopportare contemporaneamente. Kevin l’ha fatto con grande dignità. Telefonò anche al comandante Francesco Schettino dopo la condanna nel 2017, pensando alla sua famiglia. Ora collabora con un’azienda che si occupa di benessere ed è sposato. In India ha i genitori e nel 2015 finalmente è riuscito a riportare a casa le spoglie di suo fratello. Avrebbe voluto festeggiare con Russel la sua fresca cittadinanza italiana, ma non è stato possibile a causa della tragedia della Costa Concordia.
Più di dieci anni dopo il naufragio della nave e la morte del fratelli, però, Kevin ha raggiunto il suo obiettivo: "È vero, il percorso è stato lungo, ma era uno dei miei sogni ed è stato un traguardo importante. Sono in Italia da 1999, in pratica da metà della mia vita. Diciamo che sono nato in India ma “fatto’’ in Italia" All’inizio del nuovo anno ha appuntamento per il passaporto. Poi, visto che l’India non consente la doppia cittadinanza, dovrà cancellare quella indiana e a quel punto sarà solo "Kevin l’italiano". Nel nome anche del fratello Russel.