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La misteriosa Milano di Jeffery Deaver: "Con i suoi luoghi storici è il set ideale per un thriller"

L'autore de "Il collezionista di ossa" racconta il suo rapporto con il capoluogo meneghino. Il luogo preferito da Deaver? Via Festa del Perdono e l'Università Statale di Massimiliano Chiavarone

Jeffery Deaver (Newpress)

Milano, 24 agosto 2014 - «Milano è il set ideale per un thriller». Lo racconta lo scrittore statunitense Jeffery Deaver, autore di numerosi best seller tra cui, uno per tutti, «Il collezionista di ossa». Insomma anche quando è in viaggio non smette di lavorare? «E’ la città a ispirarmi, ci sono luoghi storici e grandi spazi urbani. Penso alla Fiera e al Cenacolo Vinciano. E poi ci sono tanti tipi di forze dell’ordine, dalla polizia ai finanzieri, dai vigili urbani ai carabinieri: di sicuro tra loro troverei il mio protagonista». Prendendo in prestito l’idea di un collega, ambienterebbe qui una sorta di Codice Da Vinci? «Sì, a parte la presenza di Leonardo, ampiamente documentata, Milano mi ricorda la mia città di origine Chicago, ha un lato misterioso, più riservato, tende a mostrarsi meno di Roma o New York». Viene spesso a Milano? «Nell’arco degli ultimi 20 anni, ci sono venuto molte volte. La sento famigliare. Mi piace lo stile con cui mescola cultura e gastronomia, moda e design. Amo le vie dello shopping, ma anche passeggiare lungo i Navigli che mi ricordano il Greenwich Village». La sua via preferita? «Via Festa del Perdono e l’Università Statale. Proprio in una delle sue aule ho tenuto qualche anno fa una lezione sulla scrittura creativa. Ricordo che gli studenti erano molto interessati e si esprimevano senza difficoltà in inglese. Ma è proprio la struttura dell’edificio e la sua storia ad affascinarmi. Penso che in origine, nel XVI secolo, era un ospedale, e poi è diventato il luogo per eccellenza dedicato alla cultura e quindi anche alla legge. Uno dei miei ferri del mestiere perché sono anche un avvocato. E poi nei miei romanzi parlo di persone che hanno bisogno di cure e che perdono la vita. E proprio qui vicino c’è l’obitorio del Policlinico. Non dimentico la Basilica di San Nazaro in Brolo con la Cappella Trivulzio, disegnata dal Bramantino. C’è arte, passato, mistero, morte»». Parliamo del suo ultimo libro “October List” (Rizzoli) in cui scompagina le sequenze della narrazione partendo dalla fine. Da chi ha tratto ispirazione? «Dalla musica che è un’arte eccezionale per ricercare nuovi accorgimenti. Concepisco i miei romanzi come partiture e mi ispiro spesso alle Sinfonie di Beethoven, il compositore che preferisco. I miei thriller hanno sempre una struttura sinfonica con un leitmotiv, un adagio, un vivace e un finale in crescendo, anche se non trascuro qualche momento di improvvisazione jazz». Incontri milanesi indimenticabili? «Con Giorgio Faletti. Lo conoscevo già da molto, ma due anni fa ci siamo rivisti per un’edizione di Book City. Tenemmo un reading in teatro. C’era anche Seba Pezzani, il mio traduttore che è anche musicista e scrittore. Quella sera ci divertimmo molto, io tra l’altro rivelai che da giovane ero un nerd e volevo diventare un cantante per sedurre le cheerleaders. Giorgio era per me un grande amico oltre che un autore di talento, anzi era un artista completo, dalla recitazione alla scrittura usava tutte le sue qualità per regalare agli altri momenti di grande esperienza emotiva». Le emozioni che le regala l’Italia? «Questo paese è un concentrato di bellezze. Ciò che mi piace soprattutto è la vostra passione per la cultura che si misura anche attraverso i molti festival letterari che ci sono». Quello che non le piace del Belpaese? «Gli scioperi frequenti. Mi è capitato di dovermi spostare da Napoli a Roma e per un’agitazione non c’era alcun mezzo disponibile. Fui quasi costretto a fare l’autostop. Meno male trovai una soluzione. Poi visitando la costa tra Rimini e Bari ho constatato la presenza della criminalità organizzata di matrice anche balcanica. Sono cose da migliorare, anche se non mi sento mai in pericolo quando sono in Italia». Cosa la infastidisce di Milano? «I moscerini e le zanzare. Ogni volta che vengo qui ne subisco gli assalti per cui devo sempre arrivare munito di spray repellenti». Il suo prossimo titolo che uscirà in Italia? «The skin collector», sarà pubblicato da voi in autunno. E’ il vero seguito del «Collezionista di ossa».