Mezzi pubblici pieni, niente taxi: salvata dalla bici dopo il concerto di J-Ax e Fedez

Odissea di una lettrice per rientrare a casa dopo l'evento a San Siro

Disagi per i fan

Disagi per i fan

Milano, 3 giugno 2018 - «La  Finale» di Fedez e J-Ax, dice, «è stata bellissima». Il problema si è palesato al termine del concerto della coppia di pop-rapper, quando settantanovemilacinquecento dei loro fan si sono riversati fuori dallo stadio San Siro col comprensibile desiderio di tornare a casa. Una parola per Azzurra (nome di fantasia), una lettrice trentenne che ha raccontato al Giorno l’odissea tragicomica del suo rientro «a pedali». Venerdì, scendendo dall’Alta Brianza per vedere il suo idolo Fedez, aveva pianificato la trasferta: «Ho lasciato la macchina in un parcheggio in zona corso Buenos Aires e sono andata al Meazza con i mezzi. Ma quando sono uscita, alle 23.30, la M5 era chiusa. Non solo a Ippodromo, anche a San Siro. Poi la fermata sotto lo stadio è stata aperta, e la folla si è avventata sui tornelli: impossibile entrare, era un muro umano».

Così Azzurra, e molte altre persone intorno a lei, sfoderano i telefonini e cercano di chiamare un taxi. «Ci siamo organizzati in gruppetti, abbiamo provato tutti i radiotaxi ma niente: ti lasciavano in attesa per ore e poi buttavano giù». Azzurra passa un’ora e mezza tra sguardi di mutua comprensione e strategie con i compagni di odissea. «Mi sono anche avventurata verso piazzale Lotto, ma sono tornata indietro. Ad alcuni è stato detto che la metropolitana chiudeva a mezzanotte, quando in realtà l’orario era stato prorogato per il concerto. Alla fine, verso l’una, la gente era un po’ sfollata e sono riuscita a prendere l’ultima corsa della M5».

Fino a Garibaldi, ma cambiare con la linea verde a quel punto era impossibile: «Era già chiusa, non l’hanno prorogata come la lilla e la rossa. E comunque anche quelle dovevano restare aperte più a lungo: un’ora in più di metro non smaltisce 80 mila persone. Tutti quelli che viaggiavano con me erano inferociti». Azzurra esce dalla stazione e ha un déja-vu: «Praticamente tutti si sono attaccati al telefono cercando un taxi. Erano le due meno un quarto: mi sono rassegnata ad andare a piedi. E poi, nei pressi della sede della Regione, è spuntato il miraggio». Aveva il telaio giallo di una bicicletta Ofo. «Mi ha salvata. Non l’avevo mai presa, ho approfittato della prova gratuita e in due secondi ero in sella: biciclettata notturna, ho passato indenne la Stazione Centrale e finalmente ho raggiunto il parcheggio. Alle due ero in macchina, ci saranno stati ancora molti fan in attesa di un taxi in giro per Milano».

Azzurra è ripartita con una certezza: «Milano post San Siro disorganizzata al massimo: i trasporti in queste occasioni vanno potenziati e, in generale, di notte. Non è una Milano International? Meno male che ci sono i cinesi che mettono in giro le biciclette...» Per la cronaca, è arrivata a casa verso le quattro. Ma perché s’è messa in mezzo la dea che ci vede benissimo: «Mi hanno pure tamponata sulla Statale 36. Per fortuna nessuno si è fatto male, né io né la ragazza che mi è venuta addosso. Ci credereste? Era un’altra fan di Fedez che tornava dal concerto, ha detto: “Scusami tantissimo, sono cotta dopo aver aspettato il taxi per ore...”».

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