
Alunni del Maxwell
Milano, 7 maggio 2017 - Mezzo secolo per il “Maxwell”. La scuola, nata nell’anno scolastico 1966-1967 con l’indirizzo meccanico ed elettrotecnico, per poi aprire nel 1994 il primo indirizzo aeronautico del Nord Italia, da allora continua a «preparare» controllori di volo, piloti e tecnici. Nel suo cinquantesimo anno d’età si prepara a una nuova evoluzione: «Conserveremo la nostra vocazione aeronautica ma, se ci saranno iscritti, apriremo presto un nuovo indirizzo specializzato sul trasporto su rotaia». A svelare i possibili sviluppi dell’istituto - battezzato Maxwell nel 1992 in omaggio al fisico scozzese, nonché fondatore della teoria elettromagnetica - è il dirigente scolastico Franco Tornaghi che ieri, insieme ai suoi mille alunni, ha aperto le porte della scuola a ex studenti, presidi del passato, professionisti e famiglie, per dare l’idea di cosa è stato il Maxwell per Milano e per l’Italia in questi primi 50 anni e di cosa sarà.
Si esplorano le aule fra simulatori di volo, droni, laboratori di fisica ed elettrotecnica, si chiacchiera con chi sta ancora frequentando e con chi ha appena concluso gli studi. In un’aula le foto in bianco e nero del quartiere di Cimiano e nell’altra un’«expo» di tutte le nazionalità che sono rappresentate nell’istituto, con alunni che hanno raccontato origini, usi e costumi dispensando qualche dolcetto, come i «basbousa» egiziani. «Abbiamo 204 alunni stranieri di 33 nazionalità, 4 continenti, 19 lingue. Anche questo è il Maxwell», continua il preside. Fra le sale, il video dell’ultima avventura aeronautica vissuta dagli studenti, decollati per davvero dal campo-volo di Bresso. Fra gli studenti-guida c’è Ihab Khafagy, al quinto anno, è nato i Egitto ma vive qui da quando aveva 2 anni. «Sin da piccolo avevo un sogno: volare – racconta, gli occhi brillano –. L’anno prossimo penso di trasferirmi in Inghilterra per prendere il brevetto. Poi vorrei diventare pilota di aerei di linea». Dopo il convegno di venerdì sulla sicurezza nei trasporti, con la testimonianza anche del Comitato e della Fondazione 8 Ottobre 2001, ieri l’open day, con la raccolta fondi per l’Omnicomprensivo di Amatrice e la fanfara dell’aeronautica militare. Alcuni studenti hanno potuto «interrogare» il colonnello Fabio Babini, pilota del G91Y esposto nel cortile del Maxwell e autore di «In bocca al lupo, Maggiore».
Nell'aula magna è arrivato per l’occasione anche un simulatore dell’aeronautica militare delle Frecce Tricolori, ma nell’istituto di via Don Giovanni Calabria gli attrezzi del mestiere non mancano tutto l’anno: c’è il laboratorio di simulazione radar da cui dirigere il traffico aereo del Nord Italia – rigorosamente in inglese –, c’è una torre di controllo molto simile a quella di Linate per simulare le manovre di atterraggio e di decollo. «Abbiamo tanti controllori di volo che sono partiti da qui, hanno superato brillantemente i corsi di abilitazione e adesso lavorano in tutta Italia – ricorda l’ex preside Giuseppe Sammartino – altri invece sono diventati piloti di linea. Quante volte prendo l’aereo e li incontro: ‘Preside, si ricorda di me? Sono del Maxwell».