Isac, morto a 20 anni mentre faceva flessioni sulla tangenziale. "Non ci fu istigazione"

Milano, gli amici del giovane travolto da un’auto non risponderanno nemmeno di omissione di soccorso: verso l’archiviazione

L'auto distrutta

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Milano, 15 settembre 2022 - Una goliardata dopo tanto alcol, la voglia di una sfida, pagata con la vita. Le indagini sulla morte di Isac Djanel Beriani, il 20enne italoalgerino, travolto da un’auto in tangenziale Est mentre, nella corsia centrale, faceva le flessioni, lo scorso gennaio, si chiudono con un avvio all’archiviazione. Manca solo il deposito di una perizia cinetica sulla traiettoria dell’auto investitrice, prima della frenata, ma sarà rilevante solo per le parti civili. Gli amici che erano con Isac quella sera, e a carico dei quali si ipotizzava una istigazione al gioco folle, non hanno, invece, alcuna responsabilità, e non c’è stata da parte loro nemmeno la omissione di soccorso.

Le indagini, condotte dal pm Francesco de Tommasi, hanno restituito la verità su quanto accaduto quella notte di gennaio e li hanno liberati da un macigno, l’accusa di avere avuto una responsabilità in quella morta assurda. Isac Beriani trascorre la serata con i quattro amici in un locale nei pressi della tangenziale. Bevono, fanno festa, poi si rimettono tutti in macchina. Si fermano ai bordi della strada perché uno di loro si sente male per eccesso di alcol e mentre alcuni di loro danno le spalle a Isac lui, per riprendersi dalla sbornia, corre verso la tangenziale e non sentendo il rumore di alcuna auto si mette a fare le flessioni.

Gli amici, intenti tutti ad aiutare chi si era sentito male, si accorgono di Isac solo quando i fari dell’auto che lo travolgerà bucano il buio della notte. La frenata brusca, le urla, il tonfo sordo del corpo che ricade sull’asfalto, il silenzio, la morte quasi immediata. Il primo che presta soccorso è il giovane alla guida dell’utilitaria che lo ha travolto. Gli amici restano impietriti, il panico non li fa ragionare, non sanno che fare, cercano di capire e quando vedono che qualcuno si è già fermato a prestare aiuto al loro amico si rimettono in auto e partono senza capire che quella condotta potrebbe diventare un reato. Dopo qualche metro si pentono, è più chiaro quello che è successo e tornano indietro.

Nel punto esatto in cui Isac è stato travolto ci sono alcune auto ferme e due ambulanze. I soccorsi sono arrivati e loro se ne vanno. Per questo non risponderanno di omissione di soccorso, perché l’obbligo di aiuto ricade giuridicamente su chi ha causato il sinistro. La loro condotta è simile a quella di chiunque sia testimone della scena di un incidente in cui sono già presenti soccorsi. Andarsene semmai rileva dal punto di vista umano, ma non giuridico.

mail: anna.giorgi@ilgiorno.net

 

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