"Io, rider a cottimo Il mio sogno? Cucinare"

Samuel Adoma, 27 anni, è uno dei rider che percorrono in bicicletta le strade di Milano, con il box colorato sulle spalle per trasportare il cibo a domicilio. Nel frattempo sta cercando un lavoro stabile, anche mettendo a frutto un corso di cucina di due mesi frequentato nell’ambito del progetto UnionMigrantNet, promosso dalla Confederazione europea dei sindacati e realizzato da Anolf e Fisascat Cisl Milano, con l’obiettivo di favorire l’inserimento lavorativo di rifugiati e richiedenti asilo in locali e aziende della ristorazione. Competenze maturate anche attraverso un tirocinio in una catena di ristoranti. "In questo momento faccio il rider, per Glovo e Uber – racconta – e lavoro quando hanno bisogno per le consegne, negli orari di picco della pausa pranzo o della sera. Lo stipendio non è alto e basta a malapena per vivere a Milano, è difficile risparmiare qualcosa da mandare alla mia famiglia rimasta in Ghana". Adoma è arrivato in Italia cinque anni fa, in una delle grandi ondate migratorie degli ultimi anni. Un viaggio della speranza dal Ghana verso le coste del Nordafrica, fino alla traversata del Mediterraneo e all’approdo in Italia.

Da Sud è arrivato a Milano, nel centro di accoglienza in via Fantoli, zona Mecenate. "Per un periodo ho lavorato come falegname – racconta – in un laboratorio in zona Porta Vittoria. Poi ho frequentato il corso di cucina, ho imparato un lavoro e adesso sto cercando un contratto stabile, che mi consenta di raggiungere una piena indipendenza". Intanto pedala per le strade di Milano svolgendo uno dei lavori più precari, primo contatto con il mondo del lavoro in Italia per un esercito di migranti.

A.G.

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