"Io, miracolata a 7 anni E il dottore ora è credente"

Raffaella oggi è mamma e lavora nell’ospedale dove è stata operata ed è “rinata“. Per il paese Ciceri è sempre stato santo: povero tra i poveri, ha aiutato tanta gente

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di Simona Ballatore

"Avevo sette anni quando sono stata miracolata. È un’emozione grande essere qui oggi. Per Veduggio don Mario è sempre stato un santo". Raffaella Di Grigoli è seduta tra i banchi del Duomo, in preghiera per la beatificazione di don Mario Ciceri e Armida Barelli. Oggi è mamma di un ragazzino di 17 anni e lavora in un ufficio della direzione sanitaria dell’Ospedale Valduce di Como. Lo stesso ospedale dove è “rinata“ quando aveva solo 7 anni. "Mi è capitata questa bella cosa – sorride –, ho sempre saputo di avere ricevuto questo miracolo, nessuno me l’ha spiegato. È stata una storia di amore e di fede, dall’inizio alla fine". "Don Mario l’ho conosciuto da sempre – continua – , perché la mia nonna aveva una foto sopra la mensola del telefono e mi diceva: “Devi dire il Gloria perché è già Santo“".

Ricorda quando aveva tre anni, la fede che si respirava in paese: "Per Veduggio era già un Santo don Mario, anche solo per la morte che ha fatto. Per la vita che ha avuto, nascosta ma grandiosa, perché ha aiutato tanta gente – sottolinea Raffaella –. Era povero tra i poveri. Dormiva in piedi attaccato al muro, poco e velocemente, diceva". Ed era innamorato della grotta di Lourdes di Veduggio, costruita in scala 1 a 1 da un vecchio sacerdote che aveva ricevuto a sua volta un miracolo. "Quando don Mario veniva da Sulbiate a Veduggio andava a pregare lì e mio nonno diceva ai suoi figli: guardate come si prega. Andate a vedere un Santo che prega". Raffaella porta sempre al collo una catenina, con l’immagine della Madonna impressa. "Me l’ha regalata il dottore che mi ha operato, era ateo. Dopo l’ultimo intervento si è convertito", spiega la donna. Perché ormai avevano detto a tutta la famiglia che non c’era nulla da fare per lei. Sul letto dell’ospedale aveva ricevuto dal parroco Comunione, Cresima e pure l’Unzione degli Infermi. "Avevo un megacolon congenito e dopo il primo intervento ne ho subiti altri tre – ricorda –. Al terzo, il prof aveva detto: “Ho sognato come devo operare Raffaella“. E quando è uscito dalla stanza ha confermato che era andato tutto bene". È guarita. È diventata mamma di Martino Mario, anche se le avevano sconsigliato di avere un figlio. È felice. "Abbiamo pregato sempre – sottolinea –, avevamo una sua reliquia, un foulard che indossava quando è morto. L’emozione oggi è grandissima, sarei stata in fondo, all’ultima panca, per l’umiltà che don Mario aveva dentro. Adesso andiamo avanti nel suo esempio e lo preghiamo per questa brutta situazione che stiamo vivendo". C’è stata una festa a Veduggio ieri sera, "nel segno della semplicità".

Tra le panche del Duomo, che hanno accolto 1.800 fedeli, c’era anche la nipote di Armida Barelli, Savina, 97 anni. E tanti pronipoti, fra cui due frati gemelli, insieme ai professori, al rettore Franco Anelli e agli studenti della Cattolica di Milano della quale è stata co-fondatrice. "Abbiamo deciso di accompagnare la beatificazione con iniziative che parlassero alle nostre studentesse e ai nostri studenti – sottolinea la prorettrice vicaria, Antonella Sciarrone Alibrandi – anche perché la sua figura è attualissima. Ha dovuto far fronte a stereotipi che in forma diversa ci sono ancora, è un esempio per tutti noi". Oggi ci sarà una cerimonia di ringraziamento in occasione della 98esima Giornata Universitaria, promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo, ente fondatore dell’ateneo che riceverà dal Papa anche un contributo per gli studenti meritevoli, nel nome di Armida. Per la beatificazione in Duomo sono arrivate delegazioni da tutta Italia e dal mondo. "In lei c’è l’unione di una profonda preghiera con un’immensa attività. E questo è un esempio che ci fa bene, ci tiene stretti all’essenziale col suo lavoro per la pace e la libertà in tempi di guerra", conclude Fra Massimo Fusarelli, ministro generale dell’ordine dei frati minori. Oggi nell’ateneo di largo Gemelli, dalle 8 alle 20, sarà anche possibile visitare le spoglie della nuova Beata, traslate nel 1953 nella cripta della Cappella del Sacro Cuore.

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